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Maroni pronto a riaprire i termini della delega Al massimo entro dieci giorni faccia a faccia con le parti sociali. Pezzotta: non escludiamo lo sciopero

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Il divario fra le due parti sembra allargarsi sempre di più, nonostante il ministro del Welfare ieri ha ripetuto che il confronto con le parti sociali sulla riforma delle pensioni durerà fino all'ultimo. «Perché - spiega Maroni - è una legge troppo importante e il governo non vuole rischiare di farla male». L'incontro con i sindacati sulla riforma delle pensioni «ci sarà con tutta probabilità venerdì o, al massimo, lunedì» ha annunciato il responsabile del Welfare, che ha spiegato: «Si tratta del confronto concordato a palazzo Chigi in cui prenderemo la decisione finale sulla base di tre elementi: l'incontro con il sindacato avvenuto tra dicembre e gennaio; le proposte che sono arrivate a gennaio sulla mia scrivania da parte di numerose parti sociali con cui ho avuto incontri informali; il confronto che c'è stato nella commissione Lavoro del Senato. Maroni ha aggiunto che nella riunione della Cdl «saranno valutate le proposte di modifica al provvedimento sulle pensioni». Ha quindi lanciato un messaggio alla Margherita. «Basta con le ipocrisie di chi dice che non può presentare i propri emendamenti alla delega previdenziale perché sono scaduti i termini - ha detto -. Lo voglio dire con chiarezza all'opposizione e, in particolare, alla Margherita. Sono pronto a riaprire i termini se l'opposizione mi dice di essere pronta a presentare l'emendamento che risponde alla proposta annunciata pubblicamente da Rutelli, Bindi e Treu». Poco dopo Francesco Rutelli ha annunciato che Margherita e Ds presenteranno una proposta sulla riforma delle pensioni nei prossimi giorni, «subito dopo l'incontro dei sindacati di martedì». «Il centrosinistra - ha detto - è largamente in grado di presentare una proposta di riforma seria, alternativa a quella del governo, che è sbagliata e ha spaventato e confuso milioni di pensionati e di lavoratori». Sul fronte sindacale, Savino Pezzotta detto di non aver mai escluso la possibilità di ricorrere allo sciopero: «Quando c'è da fare lo faremo. Adesso sto aspettando che il governo arrivi, se non arriva faremo tutto quello che un sindacato fa normalmente». Per il segretario generale della Cisl «il rapporto tra i sindacati è molto delicato» perché «abbiamo idee diverse su una serie di cose» e l'unità sindacale «mi sembra lontanissima».

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