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L'ITALIA chiude il 2003 con in fabbisogno migliore del previsto.

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Il debito pubblico - se il Pil 2003 mostrerà una crescita di almeno lo 0,5% - potrebbe scendere di 1,8 punti percentuali, passando così dal 106,7 del 2002 fin sotto la soglia del 105%, al 104,9%. «Sono dati positivi e confortanti», commenta il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che sottolinea il successo del debito, «la grande anomalia negativa che abbiamo ereditato dal passato», e che, per il 2004, indica «prospettive di crescita che inducono all' ottimismo e mostrano un inizio di ripresa». Il governo - promette - proseguirà quindi sulle «riforme strutturali», e questo «con meno spesa e soprattutto meno tasse, proprio per raggiungere uno sviluppo più elevato e duraturo». Per i conti pubblici è tempo di un primo bilancio. Il ministero dell' Economia ha diffuso il dato del fabbisogno di tutto il 2003 per le amministrazioni statali. Si ferma a quota 38,2 miliardi, ben 6,8 miliardi meno della precedente stima di 45 miliardi indicata nell' aggiornamento del Dpef. La serie storica indica comunque che si tratta del fabbisogno più alto degli ultimi sette anni e che, solo tra il 2002 e il 2003, l' andamento di cassa dei conti dello Stato ha registrato un peggioramento di 12,16 miliardi di euro (+46,6%). Il dato di dicembre è senza dubbio positivo. L' avanzo registrato dai conti pubblici è altissimo, di 16,7 milioni di euro. E questo ha comportato una decisa frenata per il fabbisogno, che correva sui 54,9 miliardi di euro e ora si è fermato a 38,2 miliardi. Certo nel 2002 l' avanzo superò i 23 miliardi, ma fu frutto di alcune misure straordinarie, solo in parte riproposte quest' anno con l' anticipo dell' 1% delle imposte incassate con il modello F24 da parte delle banche (che vale 2,7 miliardi) e con gli effetti secondari registrati con la trasformazione della Cassa Depositi in spa e dalla cartolarizzazione dei crediti Inpdap. È presto per intuire quale impatto avrà il miglioramento del fabbisogno sull'indebitamento netto, cioè sul dato di competenza del deficit che vale ai fini europei; ma i primi dati consentono già di intuire che il vero risultato positivo potrebbe profilarsi per il debito pubblico. Il Tesoro fa i primi conti. «L'andamento del fabbisogno, la realizzazione di privatizzazioni per 16.600 milioni e le operazioni di gestione del debito lasciano prevedere una riduzione del rapporto debito/pil di circa 1,8 punti percentuali rispetto al 2002, contro l' obiettivo di 0,7 punti evidenziato dai documenti programmatici». Il risultato è un debito al 104,9% del pil, se la crescita del 2003 sarà stata di mezzo punto. Il debito totale dovrebbe attestarsi a quota 1.363,6 miliardi, pari al 104,87% del pil. Non è però escluso che possibili impatti positivi possano registrarsi anche per l' indebitamento netto, che il governo negli ultimi documenti stima fermarsi a 32,9 miliardi, il 2,5% del Pil.

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