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Cirio, il marchio fa gola a molte aziende

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Per i liquidatori una newco di banche potrebbe venire incontro ai problemi degli obbligazionisti

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Anzi, la crisi societaria e la necessità di fare cassa rendono ancora più appetibili i siti industriali e le linee di prodotto che furono di Sergio Cragnotti. Lo assicura il commissario straordinario Mario Resca, che fa riferimento, senza però mai nominarle, alle principali aziende del settore agroalimentare: Barilla, Nestlé, Doll e anche la Del Monte Usa, «che potrebbe così riunire i marchi». Insomma, il gruppo agroalimentare approdato dopo l'ok alla Prodi bis all'amminsitrazione straordinaria, «fa gola a molti». Resca parla anche del rimborso dei bond, ritenendoli «un problema tra le banche e gli obbligazionisti». «La soluzione - ha detto Resca - come commissari straordinari sullo stato passivo avrà tempi diversi. Il problema del rimborso dei bond è un problema tra banche e obbligazionisti. Per noi, gli obbligazionisti sono creditori sullo stato passivo, come le banche fornitori». Il commissario, sottolineando quindi che gli obbligazionisti saranno praticamente gli ultimi ad essere rimborsati, ha precisato: «Stiamo lavorando a un piano che sarà pronto entro 60 giorni dalla nomina dei commissari e che dovrà prevedere la cessione di asset per ripagare parte dei debiti. Debiti che - ha sottolineato - sono oltre due volte il fatturato». Secondo Resca, è quindi «necessario gestire e vendere le attività per rimborsare». Intanto, all'indomani della scadenza del loro mandato, i tre liquidatori della Cirio Finanziaria, Emanuele D'Innella, Stefano Saponaro e Vittorio Silvestri, lancaino una proposta: «Il grave problema degli obbligazionisti potrebbe essere risolto con la fondazione di una newco creata dalle banche maggiormente coinvolte nel collocamento dei Cirio bond. Ne basterebbero una decina». «La newco - spiegano i liquidatori - dovrebbe emettere nuove obbligazioni che andrebbero scambiate con le vecchie attraverso un'offerta pubblica di scambio. Andrebbe proposto un concordato con i creditori mirato alla trasformazione dei debiti in azioni e alla riammissione delle azioni in Borsa». «Gli obbligazionisti - proseguono i liquidatori - sarebbero chiamati a incassare una perdita, uguale per tutti, comunque inferiore rispetto a quella stimabile attraverso il piano delle cessioni». D'Innella, Saponaro e Silvestri fanno anche il punto sulla loro gestione. «La messa in liquidazione - affermano - non si è concretizzata. Lo scorso 7 agosto, quando il tribunale ha dichiarato lo stato d'insolvenza, ha anche affidato la gestione ordinaria di Cirio Finanziaria, Cirio Holding e Cirio Del Monte Italia agli organi societari. Così il nostro compito da liquidatori è divenuto quello di gestire l'impresa».

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