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Noel Gallagher torna con gli High Flying Birds tra psichedelia e disco-dance

Noel Gallagher sul palco

Carlo Antini
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Non solo litigi per l'ex Oasis Noel Gallagher. Dietro l'angolo ci sono sempre i botta e risposta col fratello Liam Gallagher. Stavolta, invece, si parla del nuovo album con i suoi «Noel Gallagher's High Flying Birds» che uscirà il prossimo 24 novembre col titolo «Who built the moon?». L'album è frutto della collaborazione creativa, durata due anni, con il famoso producer, dj e compositore David Holmes, alleanza che ha dato un importante stimolo creativo alla band. Registrato tra Belfast e Londra, il lavoro di Gallagher e Holmes è un disco che raccoglie al suo interno pop psichedelico francese ed elettronica, soul, rock, disco dance. Gallagher rivela: «Abbiamo utilizzato il riff di piano di un brano inutilizzato che ci piaceva molto e abbiamo aggiunto gli accordi di chitarra. Un anno dopo ha preso forma come brano e quando siamo arrivati a definire il ritornello David continuava a chiedermi di scriverlo da capo, ancora e ancora. Sono arrivato al punto di strozzarlo. La versione che sentite è l'ottavo tentativo e, sapete, aveva ragione. Facendo esplodere le bolle della comprensione, caricando di dinamite le crepe tra passato e presente e dipingendo un ardito ritratto dell'artista in quanto uomo libero, «Who Built The Moon?» riunisce voci e musicisti ospiti da tutto il mondo per dare vita a 11 tracce che riflettono un accurato equilibrio tra sperimentazione e un jukebox con influenze senza tempo. Questa la tracklist del disco: «Fort knox», «Holy mountain», «Keep on reaching», «It's a beautiful World», «She taught me how to fly», «Be careful what you wish for», «Black & white sunshine», «Interlude (Wednesday Part 1)», «If love is the law», «The man who built the moon», «End credits (Wednesday Part 2)». A questi brani si aggiunge la bonus track «Dead in the water (Live at RTÉ 2FM Studios, Dublin)». Gallagher si è ritrovato per la prima volta a scrivere interamente in studio, lanciandosi in condizioni da laboratorio e in una avventura da copia-e-incolla con Holmes, voltando le spalle, almeno momentaneamente, alla solitudine cercata e alla sei corde. La porta dello studio è stata lasciata aperta per Paul Weller (organo in «Holy Mountain») e Johnny Marr (chitarra e armonica in «If Love Is The Law»), non solo per dare testimonianza, ma soprattutto per lasciare il segno di un momento decisivo nella carriera da dieci album in studio di Gallagher. Dopo i concerti come spalla agli U2 la scorsa estate, Gallagher e la sua band torneranno in Italia, per un'unica data live, il prossimo 11 aprile al Fabrique di Milano.

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