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Respira e immagina. È «Intelligenza dimagrante»

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Respirae immagina. «Non fa solo bene a raggiungere l'obiettivo che ti sei posto. Di più: ti fa anche lasciare andare i chili persi per strada. Basta solo non pensare di aver smarrito qualcosa (i chili), perché altrimenti la mente è portata a ritrovare quanto smarrito». Parola di Luca Saccagno, coach in quel d'Aosta, la cui massima preferita è «Potete ingannare tutti per un po'. Potete ingannare qualcuno per sempre. Ma non potete ingannare tutti per sempre». Abramo Lincoln insegna. E lui divulga. Dando appuntamento il 22 gennaio a Firenze per il corso di «Intelligenza dimagrante». Otto ore per fornire, a chi esagera col cibo, le informazioni di base sulla gestione fisico-metabolica ed emozionale correlate al «difetto di forma». Per aumentare la consapevolezza. Ma anche per cambiare rotta: definitivamente. In parole povere, anche se il dimagrimento è contro natura, l'aumento di volume ha sempre un perché. Il corpo non fa nulla per caso. «Se ingrasso perché penso di non essere visto, arrivo a 140 chili per avere la certezza che la gente mi veda», spiega Max Damioli, trainer e fondatore di Skills, scuola italiana di respiro. «Basta rispondere con una monoidea: io ci sono, esisto, mi si vede e quindi valgo. Oppure, se l'aumento di peso è un tentativo di rimanere con i piedi per terra, meglio pensare fortemente che siamo dei tipi ben radicati». Insomma: fate che il cibo sia il mezzo, non la causa. Mangiando di tutto governando il fiato. «Sono sufficienti due minuti di respirazione circolare pensando di sconfiggere la suocera invadente o il datore di lavoro presuntuoso, per ottenere quattro vantaggi: miglior funzionamento sessuale, gastrico, regolarità intestinale e vitalità», dice Saccagno che consiglia anche di usare l'immaginazione per tenere a bada l'istinto di strafogarsi di cibo. «Hai bisogno di un bignè? Chiudi gli occhi e immagina di prendere quel dolce, scartarlo, avvicinarlo alla bocca, sentirne il profumo, pasteggiare il gusto che hai sotto i denti. Non desidererai più mangiarne un chilo, ma ti basterà entrare in pasticceria e saziarti gustandone solo uno». «Noi occidentali siamo troppo acidi, dovremo tornare alcalini», consiglia Damioli, dimagrito con la dieta 21 chili. In pratica: il nostro corpo trasforma l'uva in vino (acidosi) e mette da parte i comburenti (grasso) da usare quando non abbiamo più ossigeno. Basta bere 34 bicchieri di acqua alcalina (con ph superiore a 7) per smaltire l'acidità ingerita bevendo un solo bicchiere di Coca-Cola. Rob.Mar.

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