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«Josè, che rimpianto»

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diLIDIA LOMBARDI L'abito nero, i capelli biondi, il sorriso, la verve. Che carattere, Katia Ricciarelli, anche in versione estiva, nel festoso faccia a faccia con il pubblico tra le Dolomiti, a CortinaInConTra. Il soprano più eclettico d'Italia ha tenuto la scena ieri sera da par suo, sollecitata da Marino Bartoletti. Ma durante il viaggio in macchina dalla sua Bardolino si è raccontata a Il Tempo. Signora Ricciarelli, che vuol dire il Sempre libera! che dà il titolo all'incontro di Cortina? Significa che ho preso ogni mia decisione senza essere condizionata. Nella vita artistica e in quella privata. E anche quando sono stata sposata. Ha visto giusto? Moltissime volte sì. Ho contraddetto chi diceva che non dovevo affrontare un certo impegno e ho avuto ragione. È successo con "Il ballo in maschera", col "Trovatore", coi "Due Foscari". Lei ha lavorato con i più grandi direttori d'orchestra. A chi ha detto no? A von Karajan. Voleva farmi fare Micaela nella "Carmen", a Salisburgo. Gli risposi: "Incido il disco, ma a teatro no". Non mi piaceva quel personaggio mite, col cestino in mano e la lacrima pronta. Herbert si mise a ridere. E sì che Micaela è un tipo con gli attributi, ha il coraggio di andare tra le montagne, tra i briganti. Quando l'ho impersonata due volte, al Metropolitan e a Parigi, quasi volevo sbranare Carmen la gitana. In Italia e a Salisburgo è stato l'anno di Riccardo Muti. Lei lo conosce bene. Grande maestro col suo bel caratterino. Del resto, non si fa quella professione senza tempra. Vale per Abbado, Giulini, Mazeel. Altri suoi no, nella vita privata. No ai compromessi, che ti assediano se sei in carriera ma non hai la fede al dito. Difficile non avere proposte indecenti. Penso dinon aver mai avuto un ruolo per aver detto sì. Sempre libera! Lo sbaglio che le brucia di più. Non aver sposato Josè Carreras. Siete stati insieme per tredici anni. Prima eravamo troppo giovani, all'inizio di una carriera che per noi era tutto. Più tardi avrei voluto dire di sì, ma c'erano gli intoppi della vita, i suoi figli, la stanchezza di fare l'eterna fidanzata. Ma è stato l'amore della mia esistenza. Lei è stata tentata anche dalla politica. Negli anni '90, con Democrazia Europea. Fu mio marito, Baudo, a spingermi nella mischia. Né a destra né a sinistra, disse con Sergio D'Antoni. Mi candidarono in Lombardia e nelle regioni rosse, Umbria e Marche. Andò su la sinistra. E Katia in politica finì lì.

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