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Per Cinecittà «nessuno smantellamento del patrimonio, nessuna speculazione, nessun licenziamento».

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«Lasocietà resta proprietaria del patrimonio anche immobiliare - assicura Galan - su questo non ci sono dubbi». Sui terreni, di proprietà della società, concessi in locazione alla privata Cinecittà Studios dal 1997, «non si costruirà nulla, sono vincolati, protetti con assoluta sicurezza». Parole rassicuranti anche per il romano teatro Valle, occupato da un mese da attori e dipendenti: «Vigilerò», dice. Accolto dalla commissione Cultura con due ore di domande e questioni, Galan spazia su mille argomenti: dal cinema alle fondazioni liriche, da Arcus alle soprintendenze, dai restauratori agli istituti culturali, fino all'età media dei dipendenti del ministero. Le soprintendenze sono troppe quelle ad interim, «in tutto 38. Io preferisco tagliarne qualcuna, anche averne 19 in meno ma fare in modo che ogni soprintendenza abbia un suo titolare. Nella manovra finanziaria del governo - ribadisce - non ci sono tagli per la cultura, ci sono al massimo pochi milioni per le spese di funzionamento. E io confido che anche quelli alla fine non ci verranno tolti. Il Mibac è stato escluso da tagli del personale, è stato autorizzato a 178 assunzioni l'anno, abbiamo potuto fare assunzioni anche per Pompei. Non sono state ridotte le potenzialità di Arcus, la spa del ministero. Stiamo lavorando anche per il cinema, la linea è di favorire le opere prime e seconde, evitare automatismi, sostenere i giovani e la creatività, eliminare contributi ad autori affermati. La riforma delle Fondazioni liriche è giusta e va proseguita con i regolamenti» e per la riforma della legge degli istituti culturali «occorre privilegiare le eccellenze, come l'Accademia della crusca».

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