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Mentana trionfa

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È professionalmente e personalmente soddisfatto, Enrico Mentana, neo direttore del Tg La 7, del boom di ascolti che ha accolto il suo esordio alla conduzione, nell'edizione del notiziario delle 20, lo scorso lunedì. 1.489.000 spettatori ed il 7,3% di share rappresentano il record assoluto da sempre. Oltre ad una buona dose di curiosità, a mantenere incollati al video gli spettatori (47% la permanenza media), è stata la scoperta di un nuovo e più convincente Mentana: accomodato alla singolare scrivania a forma di 7, ha sfoggiato un linguaggio pacato, comprensibile, lontano anni luce dalla velocità espressiva che gli fece attribuire il soprannome di «Mitraglia». Al telefono, prima dell'inizio della sua seconda serata come direttore-conduttore del Tg La 7, spiega il suo ottimismo ed anticipa alcune scelte future.  Si aspettava un risultato di così grandi dimensioni? Ci aspettavamo un buon esordio, ma non osavamo pensare che potesse assumere un aspetto così eclatante. Noi abbiamo costruito un prodotto destinato a consolidarsi nel tempo e a conquistare la fiducia dei telespettatori. Nessuno pensa a realizzare un Tg che stia in piedi un solo giorno come ascolti. Abbiamo lavorato in questi ultimi due mesi ad un ritmo che persino Marchionne guarderebbe con ammirazione. Intanto incassa anche il 54% in più di ascolti a luglio e agosto rispetto agli stessi mesi degli anni scorsi. Se il nostro Tg fosse una società quotata in borsa, con questi risultati le nostre azioni sarebbero schizzate alle stelle. Continuerà a dare la preferenza alla cronaca per l'apertura del notiziario? Non esiste una strategia o una gerarchia nella selezione delle notizie da dare in anteprima. Tutto dipende dalla quotidianità, da ciò che accade ora dopo ora. L'attenzione spazia, come è logico, a 360 gradi. Cosa ne sarà del suo predecessore, Antonello Piroso? Piroso resta e resterà una colonna portante dell'emittente. Attualmente è proiettato sui suoi due ottimi programmi, «I Piroso», (Io, Piroso) in onda la mattina e «Niente di personale»che invece è trasmesso la sera. Lui è riuscito ad imporre ai due prodotti una connotazione personale di grande interesse. Come si colloca il Tg La 7 tra gli altri notiziari nazionali? Oggi nel settore ci sono due colossi, il Tg1 ed il Tg5. È ovvio che se uno dei due o entrambi calano, noi avremo più spazio. Insomma la sua è una bella sfida Certo. Questa per me rappresenta una sfida molto più sentita rispetto a quella del 1992, quando dovetti creare dal nulla il Tg5. A proposito di Mediaset. Non le avevano proposto di tornare? Si, mi son trovato a scegliere tra due forti opzioni: rientrare a Mediaset dove avrei dovuto riprendere la gestione di «Matrix», oppure tentare l'avventura de La 7. Ho deciso per quest'ultima perché mi stimolava di più. Intanto il Tg delle 20 va anche su You tube. Volete pescare anche nel pubblico di Internet? Vogliamo portare i nostri telespettatori ad interagire con noi sul web. È stata una scelta della rete che mira ad una maggiore diffusione del Tg . Lei conferma di non essere interessato ad un programma di approfondimento sullo stile di Matrix? Certamente. Qui a La7 l'approfondimento è già ben coperto con trasmissioni storiche di grande appeal. Mi riferisco a «Otto e 1/2», «L'infedele», «Exit», e «Le invasioni barbariche». Non mi sembra che ci sia un gran bisogno di un approfondimento centrato sulla mia presenza. Potrebbero esserci delle incursioni in prima serata? C'è la possibilità di realizzare degli speciali in prima serata, degli appuntamenti ad hoc, in occasione di fatti di cronaca ed eventi particolarmente interessanti. Cosa pensa della sospensione dei programmi di approfondimento sulla Rai e Mediaset, durante i mesi estivi? Mi chiedo perché, se i Tg non vanno in vacanza, debbano andarci i programmi di approfondimento. Il discorso vale per tv pubblica e privata, ma chi percepisce il canone dovrebbe sentire di più il problema.

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