Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Quando l'antica Roma diventa la soap di Falco

Roma, una veduta dei Fori

  • a
  • a
  • a

Marco Didio Falco è tornato a casa. Si muove per le strade romane così come Fabio Montale fa tra i vicoli di Marsilia e Pepe Carvalho nelle Ramblas di Barcellona. Chi è pratico della saga (arrivata in patria al capitolo 30) dice di averlo visto lì, sulla sommità meno elevata dei Sette Colli, dove c'era il Tempio di Giunone Moneta. Davanti al tempio c'è proprio lui, l'investigatore privato più famoso del primo secolo d.C. Nato dalla fantasia di Lindsey Davis, pallida signora di Birmingham, laureata in letteratura a Oxford e innamorata dei romanzi dove i personaggi sopravvivono a un mondo ingiusto, Falco è lì. Per i servigi resi nell'ultima missione di censimento in Nordafrica, è stato promosso a procuratore del pollame per il Senato e il popolo di Roma. Sorta di tirapiedi dei pennuti, antenati delle oche che hanno salvato Roma dai saccheggiatori galli, schiamazzando quando i cani da guardia avevano mancato di abbaiare. Ora, che una volta all'anno alcuni cani sventurati vengono radunati per essere crocifissi, mentre le oche del Campidoglio se ne stanno a guardare su una lettiga dai cuscini color porpora, c'è il Falco a tutelarle. Il suo datore di lavoro, Vespasiano, non sa che il suo informatore sta lavorando per trovare la clausola che lo tiri fuori dal suo nuovo ruolo. Chi l'avrebbe mai detto? La Davis è stata sedotta dal buon senso del provinciale sfoderato dall'imperatore: «Per me era la più grande virtù di Vespasiano, tallonata dall'onestà, un senso dell'umorismo spiccato», ha precisa l'autrice, ammettendo che l'imperatore aveva anche una grande ìcapacità di sistemare le cose a lungo rimaste nel caos, senza contare l'enorme fedeltà nei confronti delle donne che lo circondavano. Tra i politici d'oggi, avevamo sperato che Barack Obama ne avrebbe potuto ereditare il modo di fare politica all'estero, ma non si sta comportando bene così come credevamo”. Intanto Falco è sempre lì. Pronto ad assolvere al meglio le nuove funzioni al punto da non curarsi della richiesta d'aiuto fatta da Gaia Laelia, in procinto di diventare vergine vestale. Ricercata dai familiari, intenzionati ad ucciderla, pochi giorni dopo la giovane scompare. Chiamato dall'imperatore Vespasiano per far luce sulla vicenda e trovare la sacra figura, Falco si mette sulle tracce di Laelia. Ma la faccenda si complica con un'altra morte e un cadavere introvabile. C'è solo una certezza intuita da Falco: al centro di entrambi i misteri c'è la potente famiglia di Gaia. Come finirà, lo saprete solo leggendo «Una vergine di troppo» (Marco Tropea Editore) presentato giovedì scorso al pubblico nel 3D Return Rome, il Museo Virtuale in via Capo d'Africa, a pochi passi dal Colosseo. Passando dal tunnel dell'imperatore Commodo, alle pareti perfettamente ricostruite e decorate con meravigliosi affreschi, dal buio che immerge i sospiri dei gladiatori ai simboli che hanno reso questa civiltà eterna, c'era anche il professor Bernard Frischer accanto all'amica Davis a riavvolgere il nastro della storia.   Raccontata come fosse una soap, condita con tonalità umoristiche ma noir, chi ama i dettagli della saga, sappia che l'autrice attinge dalla collana Blue Guide e dall'altra più recente di Amanda Claridge. Tra un dibattito e un'intervista, chissà se la Davis raccoglierà per il prossimo libro i due spunti suggeriti dal vicesindaco di Roma, Mauro Cutrufo? Sul vero luogo dell'uccisione di Giulio Cesare o la vera funzione della Bocca della Verità? Intanto di certo c'è solo la notizia che a giugno in Inghilterra uscirà un compendio su Marco Didio Falco.

Dai blog