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«La nostra Italia abbandona i suoi miti»

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.La signora della canzone italiana non teme lo scorrere del tempo. Anzi lo cavalca. E se la sua voce è ancora una delle più belle del panorama nazionale, il suo talento da interprete cresce di anno in anno. All'indomani della pubblicazione del suo nuovo cd «Più di te», l'unica vera preoccupazione di Ornella Vanoni è lo spauracchio di una bronchite, vero nemico delle sue corde vocali. Ornella Vanoni, nel suo cd ha scelto di interpretare canzoni «da uomo» cantandole al maschile. Voglia di cambiamenti? «Ho notato che uomini e donne hanno istinti diversi ma gli stessi sentimenti. Amore e desiderio sono identici». Cosa può aggiungere una donna alle parole scritte da un uomo? «Tutta la sofferenza femminile. Certo per fare tutto questo ci vuole un'interprete e non solo una cantante. Ho scelto di non adattare a me i testi. In Brasile tutto questo è all'ordine del giorno». Nel cd lei canta in duetto con Dalla, Morandi, Bersani e Pino Daniele. Qual è stato il duetto che l'ha emozionata di più? «Cantare "Anima" con Pino Daniele mi ha preso molto. Mi piace la fusione delle nostre voci. E poi Pino è un persona dolcissima. Ad esser sincera, però, i duetti che sognavo erano anche altri». Con chi desiderava cantare? «Avrei duettato volentieri anche con Zucchero e Vasco Rossi ma loro non duettano volentieri. "Dune Mosse" è una canzone bellissima ma ora Zucchero è troppo esposto con sua figlia». Nel nuovo cd ci sono soltanto cover. Cos'è? Paura delle novità? «Oggi fare un disco di inediti è molto rischioso. Se non azzecchi il pezzo-bomba non vendi una copia. Quando ho pubblicato "Una bellissima ragazza" ho venduto poco. Invece era un cd che meritava di essere premiato». E perché non è stata premiata? «Perché gli italiani non sostengono i loro miti. Qualche anno fa un signore mi ha detto: "Uffa, sempre con questo Modugno!". Quello che viene dall'estero è sempre più bello. Siamo esterofili e, a furia di gufarci da soli, ora ci troviamo in fondo alla classifica». Negli altri Paesi le cose cambiano? «I francesi, ad esempio, si comportano in modo molto diverso e celebrano i loro grandi come Aznavour. Non capisco perché da noi ci deve essere questo atteggiamento al ribasso». In Italia si punta molto sui talent-show. Cosa ne pensa di programmi come X Factor o Amici? «Penso che se un ragazzo ha un sogno, si può avverare. Ma bisogna stare attenti a non creare false illusioni. Una volta parlavo con alcuni giovani scartati da un programma. Li ho guardati e ho cercato di far capire che non tutto accade in tv. E che fuori la vita è dura. La tv crea un'overdose di musica che, però, viene usata male e, alla fine, annoia». Ci sarà pure qualcosa di positivo in Italia o no? «Ci sono Gianna Nannini e Elisa. Gianna è diventata ancora più istrionica ed è stato bello cantare con lei. Mi hanno detto che la mia versione de "I maschi" è ancora più rock. Anche se la Nannini ha una voce fatta apposta per quel genere lì». A proposito di duetti, cosa pensa di quello tra Gino Paoli e Carlà Bruni? «Penso che Gino abbia fatto bene a farlo, così adesso può diventare più popolare anche in Francia. Magari adesso gli daranno anche la Legion d'onore. Quanto a Carlà, ha la tipica voce da bambina che piace tanto ai francesi. E mi sembra veramente innamorata di suo marito». Poi il pensiero torna alla bronchite. «L'ha presa il mio assistente e la mia cameriera», ci dice salutandoci. «Adesso spero di non prenderla io».

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