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Vendute due pellicole italiane

Una scena del film

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C'è un altro termometro che misura il successo del Festival. E c'è un'altra location. È la Business Street, ovviamente via Veneto. È qui - con base all'Hotel Bernini - che le distribuzioni comprano i film da lanciare sui mercati esteri. Se il Festival sta bene, anche questa «piazza affari» si emulsiona. È il ritornello che ripete dall'altr'anno l'assessore alla Cultura Umberto Croppi. Il festival è trampolino di lancio del nostro cinema. Con quanto segue per la Capitale, che rimane il maggior polo di produzione della merce-cinema. Dunque, che cosa è piaciuto a buyers e broadcaster internazionali venuti a Roma per il mercato dell'audiovisivo? Due film italiani, distruibuiti nel mondo da Rai Trade. Sono "Barbarossa" di Renzo Martinelli e «Alza la testa", la pellicola di Angelini con Castellitto, in concorso al Festival e presentata ieri. La versione per le sale di "Barbarossa" è stata acquistata da distributori di Repubblica Ceca, Slovenia, Bulgaria, Russia, Olanda e Belgio. "Alza la testa" andrà in Olanda, Lussemburgo e Belgio. Ma c'è un ulteriore segnale ok. «Nella Capitale sono state intavolate trattative con Paesi non semplici per il nostro cinema - ha detto Carlo Nardello, ad di Rai Trade - America Latina, Germania, Francia, Cina, Giappone e Grecia». Per "Barbarossa" si affaccia un'altra chance: verrà proposto a un importante distributore Usa in occasione dell'American Film Market di Santa Monica. Insomma, «mercato italiano in crescita», tira le somme Nardello. E gli fa eco Roberto Olla, direttore esecutivo di Eurimages, l'organismo Ue che promuove l'industria audiovisuale con tanto di supporto finanziario alle pellicole. Il segreto della ripresa? Certo, servono storia e budget importanti, secondo Nardello. Ma il quid sta nell'analisi di Olla: «Una storia può avere anche un contesto molto locale, ma per piacere al mercato internazionale deve avere un'anima universale. Gli italiani in questo stanno molto migliorando».

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