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«Viola di mare», amore lesbico tra poesia e leggenda

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Dopola malattia della sorellina, e poi dei genitori, Michael scopre nel vecchio garage diroccato una creatura metà angelo e metà gufo che gli insegna a guardare il mondo con occhi diversi e a capire che solo un miracolo potrà salvare la sua famiglia. Ieri sera è passato nel concorso ufficiale anche il primo film italiano, «Viola di mare», diretto da Donatella Maiorca con Valeria Solarino e Isabella Ragonese e prodotto da Maria Grazia Cucinotta. Tratta dal libro di Giacomo Pilati «Minchia di Re» e con le musiche suggestive di Gianna Nannini, la pellicola ci riporta in una piccola isola immaginaria della Sicilia ottocentesca, durante lo sbarco dei Mille. Qui Angela e Sara si amano cercando di sopravvivere allo scandalo della loro omosessualità. Tanto che Angela (Solarino) si finge uomo e aiutata dalla madre riesce perfino a cambiare nome e sesso all'anagrafe. La solidarietà femminile emerge tra poesia, verità e leggenda. E ancora una volta, la regista, già apprezzata alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1998, riesce a sorprendere ed emozionare. Il cast sarà oggi in conferenza stampa e passerà in concorso con «Dawson Isla 10» del cileno Littin e con l'atteso «After» di Alberto Rodriguez, viaggio nel cuore della notte di tre trentenni, Ana, Julio e Manuel, tra sesso, droga, alcool ed eccessi: una fuga agghiacciante per dimenticare la realtà. Din. Dis.

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