Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Amore e morte sulle punte Il tragico destino di Lutetia

default_image

  • a
  • a
  • a

Leggeranel pas de deux, altera sul palcoscenico con l'impalpabile tutù, fragile davanti allo specchio del camerino, sognatrice come ogni donna innamorata... Lutetia è la ballerina dell'immaginario, la ragazza che ogni bambina sogna di diventare, la donna che ogni uomo desidera incontrare nella sua vita. Elitaria e distaccata, come ogni donna francese che porta questo nome derivante dall'appellativo tardo medievale usato per la città di Parigi, «Lutetia» è la protagonista del romanzo di Giorgio Fabris e Bruno di Geronimo (Marsilio, pag. 121). L'idea ispiratrice del racconto è un'antica leggenda sassone, raccolta dalla tradizione orale da George Sand, nel clima ottocentesco dello «Sturm und Drang» e ripresa in forma di libretto per la danza da Théophile Gautier per «Giselle». Le anime delle fanciulle morte suicide perché abbandonate prima delle nozze sono condannate a diventare delle Villi (la traduzione del tedesco Willy), romantiche fantasime vendicatrici del tradimento subìto su qualsiasi giovane uomo che attraversa i boschi dove sono le loro tombe. Singolare il modo con cui li uccidono: come un «fiato emergono dalla terra», ancora con l'abito da sposa come «un raggio lunare» iniziano a danzare e costringono quei malcapitati innocenti a seguire le loro movenze eteree in un'atmosfera inquietante ed arcana e li fanno danzare, danzare, danzare fino allo sfinimento. La trama cui Lutetia si ispira è quella del balletto Giselle, su libretto di Théophile Gautier: una fanciulla che, ingannata dall'uomo che ama, si suicida e perciò è costretta al destino delle Willi, romantiche fantasime vendicatrici delle fidanzate morte prima delle nozze. Il personaggio tragico di Giselle, ambientato alla Scala di Milano, si rispecchia in quello di Lutetia, attraverso un prisma che ne moltiplica le sfaccettature drammaturgiche e la dimensione metaforica, calandolo nella problematica realtà dei giorni nostri. Dall'ispirazione romantico-metafisica, infatti, nasce la moderna storia di Lutetia, la storia di una ballerina classica, una delle tante giovani d'oggi con le stesse problematiche, contraddizioni, aspirazioni: una storia d'amore e di morte non classicamente romantica ma vissuta da una ragazza dotata d'un carattere ribelle e appassionato, curiosa d'ogni esperienza, consapevole del proprio destino che però non subisce passivamente ma contribuisce a forgiarlo, fiera della propria diversità. Insieme a Lutetia, l'altra protagonista del romanzo di Fabris e di Geronimo è la danza in generale e quella classica in particolare che diventano metafora della vita. E pagina dopo pagina ci coinvolge il senso del destino d'amore e di morte della storia mentre «Lutetia» ci prende per mano e ci mostra i velluti e i trompe l'oeil delle scenografie teatrali, ci fa vivere l'atmosfera del palcoscenico, ci fa sentire la musica, quelle note struggenti che affascinano la ballerina e a noi evocano sensazioni quasi di commovente magia. Sar.Bir.

Dai blog