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Il jazz gitano sale in cattedra al Festival Manouche

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Iljazz Manouche (o Gipsy Jazz) trae la sua origine dall'irripetibile esperienza artistica del chitarrista Django Reinhardt, che ha reso possibile l'unione tra l'antica tradizione musicale zingara del ceppo dei Manouches e il jazz americano. Per iniziare, questa sera sarà sotto i riflettori il Robin Nolan Trio. Classe 1968, Nolan è cittadino del mondo, nato in Vietnam da una famiglia di musicisti, sin da piccolo ha suonato la chitarra Manouche. Il viaggio e la musica sono state le basi della sua filosofia di vita sin da giovanissimo; nel suo eterno girovagare, Amsterdam è la città che ha consacrato il suo successo accogliendolo calorosamente. Musicisti del calibro di George Harrison, Willie Nelson e Bill Wyman hanno apprezzato Nolan per le sue performance in tutto il mondo. Musicista eclettico, si è parlato di lui anche nell'ambito della musica rock e pop, ma la sua strada è quella del Gipsy Jazz al quale il chitarrista non rinuncerebbe per nulla al mondo. Sul palco di Villa Celimontana saliranno Robin Nolan: chitarra solista, Heer Johann Friedrichs: chitarra ritmica e Arnoud Van Den Berg: contrabbasso. Il Jazz Manouche verrà suonato sul palcoscenico di Villa Celimontana dai migliori rappresentanti del genere. Di origine indiana, i Manouches giunsero nell'Europa occidentale tra il XV e il XVI secolo: Francia, Olanda, Germania e Belgio sono stati i Paesi scelti come sede di permanenza. Il nome di questo «popolo» deriva dal termine «manus», appartenente al ceppo linguistico indo-europeo. In antico Hindi, il termine «manusa» significa «essere umano».

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