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Fabrizio Finamore Sarà Antonello Costa il protagonista questa sera della rassegna Comicosmico 2009 in programma alle 23 negli spazi di Piazzale della Farnesina.

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«Questospettacolo racconta la storia di Antonello stressato ed esaurito da tutta una serie di parenti che lo importunano: Don Antonino, Rocco, Sergio, Tony Fasano». Praticamente tutti i suoi personaggi? «Sì, come sempre il mio spettacolo sarà dedicato a loro, agli sketch e alle varie macchiette dell'avanspettacolo, il tutto accompagnato dalle splendide coreografie eseguite dal corpo di ballo. Qualcuno ha definito il mio spettacolo l'ultimo raro esempio di varietà moderno». Esiste ancora il varietà? «Non lo fa più nessuno. Io in questo show propongo ben 13 numeri, mi sono stati necessari anni di preparazione. La tv è tutta impostata sull'improvvisazione, sul "cotto e mangiato" come si suol dire. E poi risponde a ben altri meccanismi. Oggi la tv celebra se stessa: se non proponi la parodia di un'altra trasmissione o di un personaggio televisivo sei considerato fuori». Che intende dire? «Una volta era la tv che si adeguava alla comicità teatrale. Il produttore televisivo veniva a vederti in teatro e ti chiedeva di rifare in studio i tuoi cavalli di battaglia. Ora è l'inverso, è il comico che si deve adeguare agli schemi della tv. Il vero varietà insomma sta scomparendo, stanno insegnano ai nuovi comici un linguaggio televisivo che non ha nulla a che fare con il teatro comico. Una volta c'erano i grandi, come Fabrizi, Panelli, Water Chiari mentre oggi?». Eppure, lei ha dedicato il suo precedente show «A me gnocchi please» ad un contemporaneo come Proietti. «Sì, gli ultimi sono rimasti proprio loro, Proietti e Montesano, a fare un certo tipo di comicità». Cosa ha in programma dopo? «Sarò a Roma per il mio show del 23 agosto "all'Ombra del Colosseo" e poi a febbraio all'Anfitrione proporrò il mio nuovo spettacolo "Fame"».

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