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L'intelligenza degli animali. C'è e si vede

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Maleggerlo attraverso i racconti ben scritti di Danilo Mainardi ha un altro fascino. Anche perché l'etologo, autore di diversi libri, noto al grande pubblico per la sua presenza a Superquark di Piero Angela, riesce a stimolare la nostra curiosità raccontando di animali curiosi come le libellule e il loro kamasutra oppure lontani come il leone o come i topi. Certo, nel libro «L'intelligenza degli animali» per Cairo editore, 203 pagine, 15 euro, il professore emerito di Etologia comportamentale alla Ca' Foscari di Venezia e presidente onorario della Lipu - Lega italiana protezione uccelli - riesce a stupire per la dotta semplificazione con la quale affronta temi scientifici. Suddiviso in quattro parti «L'intelligenza degli animali» illustrato dall'autore con 48 disegni di animali, racconta della mente della seppia e del polpo, rilegge il misterioso libro della vita e, col conforto, di tante storie naturali, ci porta nell'universo complesso dell'intelligenza animale. Ma lo fa con un'avvertenza: «siamo proprio sicuri che un animale per essere intelligenze debba acquisire le stesse facolta dell'uomo?» È possibile, si chiede, che per dimostrare di essere intelligenti gli animali debbano per forza snaturarsi? L'autore ci pone davanti a una riflessione importante perché, in effetti, troppo spesso siamo portati a cercare negli animali, soprattutto in quelli più vicini come cani e gatti, ciò che li rende assimilabili a noi. Invece Danilo Mainardi ci invita a osservare tutti gli animali con la mente sgombra da pregiudizi, tenendo presente che la straordinaria varità di forme e comportamenti presenti in zoologia, è l'esprerssione delle tante sapienze di cui la vita è pervasa. Non è pertanto possibile per l'autore, costruire una gerarchia delle intelligenze, ma solo prendere atto con ammirazione della loro pluralità. Quindi - spiega Danilo Mainardi - non sono intelligenti solo le specie più evolute come le grandi scimmie, gli elefanti, i delfini e i nostri cani e gatti. Comportamenti intelligenti sono tipici anche delle speci più semplici che, attigendo alla saggezza dell'istinto collaudata con ere di selezione naturale, riescono a rispondere in modo raffinato ai problemi della propria sopravvivenza. L'autore conclude che ogni forma di sapienza è valida nella misura in cui concorre alla vita sana ed equilibrata della propria specie perché, in natura, l'unico principio che davvero conta è il perpetuarsi dell'esistenza. C.T.

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