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Con la pittura Tullio Pericoli cerca di salvare il paesaggio italiano

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Esoprattutto i suoi segreti, proprio come un volto. Lo sa bene uno che di volti e di vedute se ne intende: Tullio Pericoli, notissimo disegnatore e pittore che deve la sua fama ai ritratti realizzati per i due maggiori quotidiani italiani. E non a caso Salvatore Settis ha notato che nel percorso di Pericoli «i volti sono come paesaggi e i paesaggi sono come volti». Interamente dedicata ai paesaggi con il titolo leopardiano di «Sedendo e mirando» è appunto la grande mostra che la Galleria d'Arte Contemporanea di Ascoli Piceno dedica fino al 13 settembre a Pericoli. Ed è per lui, marchigiano di Colli del Tronto, un gradito ritorno in patria. Centotrenta opere raccolte in 40 anni di lavoro ci danno l'immagine di «paesaggi abitati, non dall'uomo ma dal tempo», come scrive Elena Pontiggia nel bel catalogo. E ci fanno capire tutta la bellezza e la ricchezza dei beni ambientali italiani, costantemente minacciati e divorati dalla più selvaggia espansione edilizia. Paesaggi reinventati dalla pittura e dalla matita di Pericoli che si fondono con naturalezza per essere al contempo analitiche ed evocative. Solchi profondi, densità materiche, incastri a mosaico, indicano l'obiettivo dell'artista di andare al di là delle apparenze. «Essendomi esercitato molto sulle facce – dice Pericoli – mi interessa ugualmente immaginare cosa c'è sotto la pelle del paesaggio». Fra le opere esposte spicca la gigantesca e spettacolare «Lunetta per Torrecchia», dipinta nel 2002 per la residenza di campagna di Carlo Caracciolo.

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