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Alessio Boni e i desaparecidos

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. «Complici del silenzio» è firmato da Stefano Incerti, uscirà in Italia venerdì e in Argentina, dove è stato girato tra non poche difficoltà, il prossimo giugno, nel momento più importante della stagione cinematografica locale. «Complici del silenzio» racconta di un giornalista italiano che, durante i Mondiali di Calcio del 1978, scoprirà, a sue spese, atroci verità. Accanto a Boni la bellissima argentina di origine italiana Florencia Raggi e Giuseppe Battiston. Alessio Boni, come ha affrontato questo ruolo? «Ho iniziato la mia storia in Argentina sapendo di dover essere una persona frivola, interessata solo al calcio, alle churrascherie, al buon vino. Per questo prima di girare il film non mi sono preparato molto, volevo arrivare vergine sul set. Nel corso della lavorazione mi sono lasciato trascinare nelle vicende realmente accadute aiutato dal cast di attori argentini, che avevano vissuto in prima persona quei giorni». Crede che fuori dall'Argentina non si sapesse quello che accadeva? «Un giornalista italiano, per di più sportivo, non ne sapeva niente. Certo c'erano stati dei segnali... la squadra olandese che non voleva partire, il capitano dell'Argentina che alla finale non volle stringere la mano a Videla. Ma in Argentina cercavano di tenere tutto sotto silenzio». Nel film, per esigenze di copione, lei viene paragonato a Marcello Mastroianni, le piace l'accostamento? «Mi piace? Sono lusingatissimo di essere paragonato a un grande come Mastroianni. Per la mia recitazione ho tre punti fissi: Vittorio Gassman, Gian Maria Volonté e Marcello Mastroianni».

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