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La clessidra di madame Nobel

Rita Levi Montalcini

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Vi si reca ogni pomeriggio, nonostante gli impegni scientifici e istituzionali, e i libri che pubblica, come «La clessidra della vita di Rita Levi Montalcini», realizzato con Giuseppina Tripodi e che la scienziata presenta oggi a Roma, alla Libreria Mondadori di via del Corso (ore 18,30). Misura con grazia le parole che assecondano il suo acuto pensiero. Elegante, gentilissima, a suo agio in quella stanza luminosa e dall'atmosfera giovane e disinvolta. Dominata dal colore bianco, piena di piante ben curate. Sulla scrivania, poche carte ordinate e un'unica fotografia: dell'amatissima sorella gemella Paola, un'artista scomparsa pochi anni fa. Senatrice a vita dal 2001 e fondatrice dell'European Brain Research Institute dal 2006, Rita Levi è anche autrice di numerosi volumi in cui sintetizza la sua esperienza di vita. Il libro "La clessidra della vita" evoca l'immagine del tempo. Che rapporto ha con gli anni che passano? «Il titolo si riferisce proprio al trascorrere delle epoche che hanno segnato la mia vita, a cavallo di due secoli. Giuseppina Tripodi spiega come la storia abbia segnato il mio cammino».   Ha attraversato un secolo contraddittorio come il Novecento. Il destino dell'umanità è cambiato? «È stato un periodo della storia denso di episodi orrendi, ma non lo considero il peggiore. Ci sono stati secoli straziati da ulteriori e immense tragedie, quali la schiavitù che ha oppresso milioni di individui. O le intolleranze religiose ed etniche che hanno portato a stragi e stermini in nome di una determinata fede, ritenuta dogma assoluto».   Dedica un impegno costante al futuro dei giovani. Quali risorse intellettuali e scientifiche potranno aiutarli? «I giovani devono usare al massimo le loro capacità raziocinanti e non essere condizionati dall'emotività. Il sistema della neocorteccia dovrebbe prevalere sulla dimensione paleocorticale del sistema limbico che condiziona l'uomo dalla preistoria».   A che punto sono le applicazioni del Nerve Growth Factor e quanto potranno incidere sull'avvenire della ricerca? «Sono molto soddisfatta perché la mia scoperta del fattore NGF, avvenuta nel 1951, potrà essere utilizzata per combattere, o mitigare, le patologie neurologiche, come il morbo di Alzheimer, e molte altre».   Perché è favorevole della necessità di legiferare sul testamento biologico? «Ho una posizione precisa: il testamento biologico deve essere adottato, solo per la propria persona, nella fase terminale di malattie che sono causa di gravi sofferenze o di patologie destinate a condurre alla privazione delle capacità mentali, in base a una precedente dichiarazione formulata ufficialmente nel pieno possesso delle facoltà di intendere e di volere».   Come si è misurata con il ruolo di senatrice a vita? «Ho cercato di assolvere sempre al meglio il mio compito e con il più alto senso del dovere di cittadino italiano".   In Italia c'è troppa separazione fra arte e scienza? «Proprio nella "Clessidra" affermo che non c'è differenza tra attività scientifica e artistica: provengono entrambe da un unico processo intellettuale. Se però l'arte è la risultante della creatività di un singolo individuo, il sapere scientifico, pur essendo il frutto dell'intuito di una persona, diventa poi un'opera collettiva che si estende e modifica man mano che gli studi portano a nuove conoscenze. Nell'ultimo mio libro, "Le tue antenate", ho desiderato descrivere e comunicare alle nuove generazioni le capacità intellettuali che le donne del passato hanno posseduto e messo in pratica, nonostante forti limitazioni alle quali sono state sottoposte a causa del maschilismo e di diffusi pregiudizi».   Sta per raggiungere la meta dei 100 anni. C'è un segreto nel suo amore contagioso per la vita? «È recare aiuto al prossimo che ha guidato e stimolato la mia esistenza fino a oggi e questo scopo ha avuto per me la priorità su tutto, rivelandosi più importante ancora delle mie scoperte scientifiche».  

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