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Phoenix-Witherspoon coppia sorprendente Cantano (bene) dal vivo

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VISTO DAL CRITICO

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ANCORA da Hollywood la biografia di un cantante. Oggi, dopo quella di Ray Charles, è la volta di quella di Johnny Cash, uno dei miti, fra i Sessanta e i Settanta, di quella musica country un cui, in quegli stessi anni e sempre a Memphis, si stava imponendo Elvis Presley. Si comincia e si finisce con un concerto in un penitenziario che fece epoca. In mezzo, e sulla scorta di due autobiografie dello stesso Cash, tutte le tappe più salienti della sua vita. Agli inizi, una famiglia dell'Arkansas rurale, un padre distante, una madre bigotta, un fratello molto amato e morto ancora bambino. Poi il matrimonio con una borghesuccia che, pur avendogli dato due figlie, osteggia la sua vocazione preferendole un lavoro più tranquillo. Fino al grande incontro con un'altra cantante, June Carter, amata inutilmente per anni, pur esibendosi sempre insieme, fino al momento in cui gli riuscirà di sposarla, dividendo con lei il resto dei suoi anni (lei morì nel 2003, pochi mesi prima di lui). Il regista e sceneggiatore James Mangold, di cui forse si ricorderà il recente «Identità», con la collaborazione alla sceneggiatura di Gill Dennis, noto soprattutto in Tv, ha seguito passo passo tutti i principali eventi, nel pubblico e nel privato, della carriera del suo protagonista, mettendo soprattutto l'accento su due temi: la sua passione per la musica, con pagine molto ampie del suo repertorio, e il suo amore, agli inizi deluso, per June Carter che, quando prevale nella vicenda, la investe di un'aura in cui i sentimenti, senza finire nel patetico, riescono a dare un tono a tutto il resto: con forte intensità. A interessare, però, specie per chi le predilige, sono quelle tante canzoni country & western e i blues che hanno affidato Johnny Cash, con larghissimi consensi, alla storia di quel tipo di musica. Non solo si ascoltano suonate dal vivo dalla band pronta, su e giù per l'America, a seguire il protagonista, ma si possono ascoltare cantate con la propria voce da Joaquin Phoenix il quale pur non avendo mai cantato prima né suonato la chitarra, portando sullo schermo la figura di Johnny Cash è riuscito a riproporne le canzoni con delle tonalità che, senza proprio essere quelle tutte nere per le quali andava celebre, riescono a ricordarne con efficacia i timbri scuri e profondi (solo un po' in contrasto con la voce più chiara del doppiatore quando ne riproduce il parlato). A fianco, nelle vesti di June Carter, Reese Witherspoon, protagonista, l'anno scorso, della «Fiera della vanità». Qui, anche lei, canta dal vivo. Un duetto, con Phoenix, che merita applausi.

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