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L'amore il sogno proibito dell'imperatore

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Con indosso un elegante vestito gessato e davanti a un succo di frutta e una lacrima di gin lascia scivolare via le parole per tracciare le linee-guida di un progetto che ha preso il via due anni fa e che ha calcato le scene solamente ieri, in anteprima nazionale, con l'aiuto di oltre cento personaggi tra danzatori e musicisti. La storia prende il via e vede il suo compimento sul trono di Federico II, la narrazione, antica secoli e secoli, è stata attualizzata dal libretto di Gianfranco Sansone, arricchita dalla musica, il soggetto e la regia di Maiello e gli arrangiamenti degli spartiti realizzati in collaborazione con Francesco d'Ovidio. Due atti per due ore di spettacolo a racchiudere la vita del mecenate, del re, del marito: insomma come recita il titolo «L'ultima danza di Federico II», colui che, prima ancora che imperatore si sentì Re di Sicilia, ago della bilancia della vita politica di Papato, Germania e Italia nonché letterato e promotore culturale infaticabile. E non è un caso se, nella prima scena, protagonista sia il trono (piazzato al centro della platea e non della ribalta). «Nella figura di Federico II - ha continuato il regista - ho rintracciato il modello di una convivenza tra culture diverse tra loro». L'autore-cronista dello spettacolo, dopo un prologo dalle atmosfere oniriche, rivolge l'attenzione al viaggio dell'imperatore nell'aldilà, fa un salto nel passato, all'epoca di viaggi leggendari e parate da circo, realizzate sul palco con l'aiuto di acrobati e trapezisti del Corpo di Ballo del Mediterraneo: a far da sottofondo una colonna sonora bizzarra, con spartiti che partono dalla musica cameristica di tradizione occidentale e arrivano fino al jazz e al canto ebraico o interpretate dai giullari che affollavano la corte dell'imperatore, impersonato sulla ribalta da Antonello Angiolillo. Armi e amori, se l'occhio del narratore va a frugare nelle lenzuola dell'imperatore e sugli altari di matrimoni di convenienza: Costanza d'Aragona, Iolanda di Brienne e Isabella d'Inghilterra i nomi delle tre signore che segnarono la vita di Federico II. Tre «spose di comodo», che non riuscirono a fare breccia nel cuore dell'imperatore. A riuscire nell'impresa fu, al contrario, Bianca, nobile italiana che Federico II amò con passione per tutta la vita: un sentimento da raccontare con musiche e danze, chiuse dal volo del falcone. La morale che, come un filo sottile, attraversa tutta l'opera, racconta di razze diverse e convivenze tra culture del Mediterraneo, all'interno del quale lingue e personalità distanti tra loro si incontrano, discutono, impostano dibattiti. L'opera è stata realizzata grazie alle coreografie di Alexandre Stepkine, le scene di Massimiliano Degli Abbati, il disegno luci di Marco Incagnoli, i costumi di Elena Puliti. Nel cast Leona Peleskova, Jaqueline Ferry, Silvia Regazzo, Zohra Elajnef, Giuliano Pelizon, Amedeo Moretti per una kermesse coordinata dall'esperienza del Maestro Cuccia.

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