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Mediterraneo, una sola grande civiltà

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Politici e intellettuali d'accordo: è l'arte che unisce tutti i popoli dall'Europa all'Africa

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Dalla creazione di un'università del «mare nostrum», alla fondazione di una rivista della cultura del Mediterraneo, fino alla realizzazione di un ciclo di mostre, queste le idee più significative. Un'iniziativa congiunta dei Paesi mediterranei per valorizzare le vestigia archeologiche che legano un popolo all'altro in tutto il bacino è la proposta di Antonio Martusciello, da realizzare «con un ciclo di mostre che narrino dei templi greci del Mediterraneo o delle arene romane presenti in tutti i nostri paesi o ancora delle moschee e dei minareti che si innalzano in Spagna come in Turchia». L'idea di un'università che si occupi delle cultura del Mediterraneo e di una rivista che faccia conoscere quest'area, sono invece del ministro libico Nuri Daw Al Hamedi. Tra gli altri intervenuti al Convegno, il ministro della cultura del Marocco, Mohamed Achaari, che ha invitato a non considerare il Mediterraneo solo come luogo di conflitti, aggiungendo che «non è giusto parlare di più civiltà, ma di una sola civiltà con più culture diverse». Un gruppo di lavoro formato da Ansamed, Ice ed aziende, per progetti pilota sui beni culturali e la creazione di una colonna sul portale Ansamed dedicata al patrimonio culturale del Mediterraneo, sono le altre proposte che arrivano dal convegno di Napoli durante il seminario su «Beni culturali come valore economico», voluto dal direttore dell'Ansa Pierluigi Magnaschi, che, in apertura, ha spiegato come Ansamed, pur nata da un anno e mezzo, possa essere definita «un pool di costruttori di fonti informative». «Siamo essenzialmente un canale - ha aggiunto Magnaschi, che ha ricordato anche l'importanza della collaborazione con San Paolo Imi - uno strumento che trasmette informazioni, uno specchio che riflette la realtà, che veicola speranze». Il direttore dell'Ansa, rispondendo alla proposta lanciata da Michele Capasso, presidente della Fondazione Mediterraneo, di creare sul portale di Ansamed una colonna dedicata al patrimonio culturale del mediterraneo, ha prontamente risposto che sarà realizzata nel 2006, «in occasione della ristrutturazione del portale mediterraneo». Ad aprire il seminario su «Beni culturali come valore economico» è stato lo storico dell'arte Achille Bonito Oliva, che, nello spiegare la sua teoria sul Mediterraneo come «una cultura da sempre intrecciata», ha proposto il gioco di parole: «Ansamed? Med in Italy». Chi reputa la centralità geopolitica ed economica del Mediterraneo una grande occasione per il Mezzogiorno d'Italia è il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, che, insieme al vice presidente della regione Campania Antonio Valiante e al presidente di San Paolo Imi Enrico Salza, ha ribadito la volontà da parte della città di Napoli, della regione Campania e del San Paolo Imi, di svolgere un ruolo di primo piano nel creare le condizioni necessarie per il dialogo e lo sviluppo dell'area. A chiudere il Convegno, in cui è stato presentato anche uno studio sui trend socioculturali che indica le macrotendenze da trasformare in opportunità di sviluppo, è stato Antonio Bassolino, presidente della regione Campania, che ha sottolineato come a dieci anni dall'accordo di Barcellona l'Europa abbia realizzato troppo poco verso il Mediterraneo. «Abbiamo bisogno oggi - ha dichiarato Bassolino - di un'Europa che mentre si allarga verso Est sappia allungarsi verso sud perché l'Europa e il Mediterraneo sono due facce della stessa medaglia ed hanno bisogno l'una dell'altro». Bassolino ha anche espresso tutta la sua soddisfazione per il fatto che Ansamed abbia scelto Napoli come sua sede strategica, soprattutto perché Ansamed produce un'informazione orizzontale e attraverso il suo network consente ai paesi del Mediterraneo di scambiarsi reciprocamente informazioni su un piano paritario.

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