Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

CRISTINA Comencini e il suo sconvolgente romanzo «Le bestia nel cuore».

default_image

  • a
  • a
  • a

Pronto a inserirsi in una carriera che ha già dato al cinema italiano opere di felice qualità, come, di recente, «Il più bel giorno della mia vita», «Liberati i pesci», «Matrimoni». Un tema terribile. Un padre che ha abusato di due figli bambini, un maschietto, Daniele, e una femminuccia, Sabina. Visto però a ritroso, nel passato, facendolo emergere soprattutto dall'inconscio. Si comincia con Sabina, doppiatrice di film, con un compagno, Franco, che fa l'attore in TV. Ha un'amica cieca, Emilia, che l'ama da quando erano piccole, senza mai dirglielo, ed è molto legata, sul lavoro, a una collega, Maria, afflitta dal ricordo di un marito che l'ha piantata in asso per una donna più giovane. Una notte Sabina è turbata da un sogno in cui, confusamente, fa parte anche suo padre, morto da tempo. Ne è così perseguitata che, per chiarire dei recessi oscuri che intravede nella sua infanzia, va negli Stati Uniti dove suo fratello Daniele insegna in una università e dove ha sposato un'americana da cui ha avuto due figli. La rivelazione l'avrà in occasione di un Capodanno in famiglia quando il fratello le confiderà il trauma sofferto da bambino, spiegandole quello, rimosso perché troppo piccola, subito anche da lei: per le stesse cause. La pacificazione gliela porterà il figlio di Franco, che da nove mesi sta aspettando. Strettamente collegate alle vicende di Sabina e Daniele, quella di Franco, rimasto solo a Roma, e quella di Emilia che, rimasta sola anche lei, si consolerà con Maria, consolando a sua volta la desolazione in cui è immersa. Il racconto le svolge tutte quasi sugli stessi piani, approfondendo in ciascuna psicologie e reazioni. Con pagine di forte intensità. La confessione di Daniele a Sabina, con l'ammissione che, al padre morente, aveva per rivalsa, affrettato la fine. L'incontro sentimentale fra Emilia e Maria, sfiorandone, ma con cauta finezza, la sensualità. La catarsi finale con quel bambino che, nascendo, fuga tutte le ombre del passato, esorcizzandone gli orrori. Attorno, anche altri personaggi che, pur incisi a tutto tondo, trovano sempre, nell'economia del racconto, il loro posto giusto e la loro attenta dimensione. In cifre, di regia e di sceneggiatura, in cui, anche quello che è scabroso, è proposto sempre di riflesso, senza accenti diretti, come, appunto, se sorgesse dall'inconscio. Per merito anche di una interpretazione costruita in ognuno con precisione rigorosa. Non solo per quel che riguarda Giovanna Mezzogiorno, una dilaniata Sabina, ma per Alessio Boni, che con giusto equilibrio è Franco, Luigi Lo Cascio, che è Daniele, Stefania Rocca, sensibilissima come cieca, Angela Finocchiaro, una Maria addirittura geniale. Un complesso di attori che onora il cinema italiano. Ancora il dramma di una donna nel film cinese «Changhen ge» (L'eterno rimpianto), diretto da un noto regista di Hong Kong, Stanley Kwan, premiato da anni a vari festival (Locarno, Berlino). La sua protagonista ce la fa incontrare a Shanghai negli anni Quaranta e la segue fino agli Ottanta raccontandole attorno anche la storia della città insieme con quella della stessa Cina passata dai tempi dei Nazionalisti a quelli della Repubblica Popolare, con l'accento, nei Cinquanta, sulla fuga verso Hong Kong di quanti non se la sentivano di accettare il sistema comunista, passando poi attraverso gli anni duri della rivoluzione culturale, fino alle nuove aperture dopo la morte di Mao. Con indicazioni politiche caute e sfumate (dato che il regista, anche se di Hong Kong, opera oggi nella Repubblica Popolare) e, appunto, seguendo, soprattutto, pur in quel contesto storico mutevole le vicende di una donna prima legata a un maggiorente nazionalista, poi segnata da un destino che via via, nonostante la sua bellezza, la vedrà sempre abbandonata dagli uomini cui si legherà. Con un solo vero amico al fianco, che saprà restarle fedele fino all'ultimo. Con tocchi delicati, un'ambientazione precisa (di epoca in epoca), musiche volte a suscitare emozioni forti attorno al personaggio. Interpretato con sensib

Dai blog