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Le ultime polemiche non rovinano la festa

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Divertenti per qualcuno, meno per altri. Ma sempre canzonette. E poi lo spettacolo con le sue battute. Insomma un evento normale da critici musicali e televisivi. Invece per qualcuno doveva essere il festival di Berlusconi e invece non lo sarà nemmeno per Apicella che a Sanremo ci sarà ma solo al dopofestival di Vespa. Non sarà nemmeno una tribuna per i Ds che si sono censurati da soli vietando a Livia Turco di andare tra gli ospiti di Vespa. Per tenere alta la polemica nelle scorse settimane si è messo in moto un vero esercito di crociati. Così Dalla Chiesa ha lasciato l'università per fare l'organizzatore musicale. Le associazioni dei consumatori hanno scomodato i tribunali per contestare le selezioni musicali di Renis, la sinistra ha messo in moto tutte le iniziative possibili per boicottare la gara stringendo di fatto una santa alleanza con le grandi case discografiche per scelta assenti. Poi sono scesi in campo intellettuali che hanno scoperto solo ora un celato amore per la musica leggera, il sindacato dei giornalisti Rai che contesta il troppo interesse dell'azienda per la manifestazione che sacrificherebbe per questo altre programmazioni. Una santa alleanza che ha sparato le proprie bordate anche nel giorno dell'inaugurazione. E se Renis aspetta e spera nel successo della manifestazione per la sua rivincita, prima di dare il via alle querele per diffamazione, si indigna anche una donna di spettacolo che pure in un passato non molto lontano era definita la coscia lunga della sinistra, Alba Parietti. «È come gufare contro l'Italia per non fare un piacere a Berlusconi», dice. Vespa garantirà nella prima serata la par condicio con La Russa di An e Rizzo dei comunisti italiani. Ma niente tribuna politica, si parlerà solo di musica. Già, ma anche Berlusconi parlò di calcio e fu una polemica senza fine. E Giulietti dei Ds va giù duro parla di bulimia mediatica del premier. Lo fa tanto convinto che il forzista Barelli non può fare a meno di suggerirgli: «È un cantastorie, farebbe bella figura anche a Sanremo». Ma di sicuro non si farà vedere, a meno che Agnoletto che ha messo tenda qui non lo inviti. Di certo non lo farà Vespa. Così come non farà il piacere di chiamare Dalla Chiesa. Lui va su un'altra emittente, e poi non ha voluto fare un controfestival? Festival della sinistra anche se Sgarbi ci va perché Renis non l'ha invitato. «La sinistra strumentalizza anche le canzonette» commenta il ministro Gasparri. E la partita non è che all'inizio, come il festival. Una gara di canzoni, tradizionale per gli italiani, è diventata una sfida tra i due Poli. E tutti, sia chi gufa che chi spera, da oggi non vedranno che l'auditel. Freddi dati di ascolto ma che riaccenderanno lo scontro. «Abbiamo fatto tutto il possibile» dice il direttore generale Cattaneo prima del fischio d'inizio. Tutto o quasi, perchè il presidente Lucia Annunziata, che doveva dare il premio alla carriera a Paoli, ha declinato l'invito. «Non sarebbe opportuno» ha detto, aggiungendo la sua defezione a quelle di tanti altri. Ma è solo discrezione?

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