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di GIAN LUIGI RONDI SOTTO FALSO NOME, di Roberto Andò, con Daniel Auteuil, Greta Scacchi, ...

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UN «NOIR» italiano. Scritto e diretto da Roberto Andò di cui si era già salutato con simpatia «Il manoscritto del principe», su Tomasi di Lampedusa prima di imporsi con il «Gattopardo». Uno scrittore anche qui, che scrive però sotto falso nome, ottenendo un grande successo editoriale mai riconducibile alla sua vita privata e al suo vero nome. Vive in Svizzera, ma un giorno viene in Italia per assistere alle nozze di un figlio di sua moglie. In viaggio ha una avventura fugace con una giovane donna che però, il giorno dopo, scopre essere la fidanzata del figliastro. Una complicazione, cui altre se ne aggiungono quando la donna, nonostante il matrimonio, sembra essersi infatuata di lui cercandolo di continuo e quando, fra le pieghe di quella situazione già di per sé difficile, non tarda a farsi avanti un segreto oscuro legato al passato dello scrittore: il suo primo romanzo di successo opera, invece, di un altro. Ci sono però elementi anche più complessi, ambigui e misteriosi. E si finirà in tragedia. Un intreccio a più piani, con i temi che via via si aggiungono, sovrapponendosi. Il bene e il male, le responsabilità e i tranelli volutamente non hanno mai contorni netti, privilegiando anzi in più punti delle vere e proprie ambivalenze. Vi dà saldo rilievo drammatico un clima che si costruisce quasi soltanto sull'alluso: sia nel disegno dei personaggi, sia nella esposizione dei fatti. Mentre le immagini (di Maurizio Calvesi) e le musiche (di Ludovico Binaudi) evocando angosce buie. Incise sul volto del protagonista, Daniel Auteuil, sempre in equilibrio fra ambiguità e dolore. Greta Scacchi è la moglie, Anna Mouglalis l'amante. Con i toni giusti.

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