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MILANO — Erano già in molti a pensare che lo stile e la moda, soprattutto negli ultimi tempi, non fossero ...

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A pensarlo non è un gruppetto di snob, ma la gente normale, quella che la moda dovrebbe comprarla, quella che la vede in tv e sui giornali. A rivelarlo è una ricerca, voluta da Moet & Chandon e affidata al sociologo Renato Mannheimer, che l'ha presentata ieri a Milano. Il famoso marchio di champagne, che nel mondo è sinonimo di un certo stile, voleva sapere se per gli italiani sia davvero tanto importante essere alla moda, e cosa significhi. Innanzitutto è stato interrogato un campione di addetti ai lavori: da loro è emerso che lo stile (dal latino stilus, lo strumento per incidere le tavolette di cera, quindi sinonimo di tratto distintivo) rappresenta «la vera essenza della moda», quello che la fa essere non solo creazione di abiti, ma di costume, di cultura, di senso del bello. A quel punto è nata la curiosità di verificare se l'opinione è condivisa e sono state intervistate 5.000 persone (49% uomini e 51% donne) dai 18 anni in su. E qui è arrivata la sorpresa: solo il 36% del campione pensa che avere stile significhi essere alla moda (e ad avere questa convinzione, sono soprattutto i giovani e i meridionali). Insomma, lo stile dovrebbe essere l'essenza della moda, e invece evidentemente oggi non lo è, dato che le due cose sono percepite come diverse se non divaricanti. Passando a indagare sull'importanza dei due fattori, la ricerca - a risposta multipla - evidenzia che il 72% degli italiani mette al primo posto lo stile per avere successo nel lavoro, contro il 44% che ritiene conti di più essere alla moda. Anche nei rapporti interpersonali, il 69% punta sullo stile e il 44% sull'essere alla moda, tendenza confermata anche nel campo dei successi sentimentali dove lo stile vince con il 66% contro il 41%. È anche interessante notare - ha detto Mannheimer - che l'importanza dell'avere stile cresce con il titolo di studio mentre l'essere alla moda decresce con l'età. Quanto poi alla definizione di stile, potendo dare più risposte, il 67% degli intervistati indica la capacità di adattarsi a ogni circostanza, il 55% quella di essere sempre riconoscibili e il 46% quella di essere diversi dagli altri, il 36% indica l'essere alla moda e il 30% il venire imitati. Lo stile - dice ancora la ricerca - è prevalentemente associato a categorie dell'essere e non dell'apparire: il 20% degli intervistati lo lega alla buona educazione, il 21% alla personalità, il 12% al buon gusto, il 15% alla classe, solo il 5% lo associa alla moda, il 3% alla tendenza e il 2% al successo e alla bellezza. Da tutto questo emerge che lo stile non è visto come una manifestazione occasionale bensì come una «filosofia» che impronta i modi di essere e le scelte estetiche: il 47% degli italiani infatti dichiara anche di non riconoscersi in un unico stile (evidentemente inteso come genere di moda). La conclusione della ricerca è dunque che la moda può elevarsi a stile, ma non sempre ci riesce, e allora è solo produzione di abiti più o meno stupefacenti.

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