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«Il piccolo Lord» della Burnet in edicola con «Il Tempo» Eterno fascino dei valori

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Pronti a una tonificante melassa di buoni sentimenti. Infatti, in quel castello, viene ospitato il piccolo Cedric Errol, un bambino che è un prezioso scrigno di virtù. Duro fino alla spietatezza e gelido come solo un nobile inglese dell'Ottocento vittoriano può esserlo, radicato nei suoi pregiudizi reazionari, è invece il nonno del dolcissimo pargolo. Interpretato con straordinario mestiere da Alec Guinness nella versione cinematografica del «Piccolo Lord», celebre romanzo per fanciulli della scrittrice inglese Hodgson Francis Burnet. Riproposto qualche settimana fa da Rete 4, abbiamo rivisto il film con partecipazione. E con i doverosi «evviva» al nonno Alec e al nipotino. Ovvero a Cedric-Ricky Schroeder che riesce a penetrare nell'ostinata corazza d'acciaio a colpi di candore e di tenerezza. La storia è celeberrima. Il piccolo Cedric è figlio del Capitano Errol, di aristocratica stirpe, e di Gioia, un'americana di modesta condizione. Il matrimonio non ha avuto il "placet" del vecchio conte. Il quale, arroccato sulle tradizioni albioniche (un po' perfide) disdegna il figlio, la nuora e il nipotino, e guarda dall'alto in basso tutto ciò che è yankee. A loro volta, gli yankee, democratici e pragmatici, considerano questo stizzito orgoglio feudale poco meno che un retaggio barbarico. Dopo la morte di Errol e quando il piccolo Cedric si è ormai avvezzato all'ambiente americano, passano a miglior vita anche i due fratelli del Capitano e il bimbetto entra in possesso del titolo di Lord Fountleroy, con annesse e connesse proprietà. Il bisbetico nonno chiama nell'avito castello il fanciullino perché sia educato. Niente alloggio, però, per la madre - prima piccola orfanella, poi giovane vedova - sotto il tetto patrizio: che abiti a qualche chilometro di distanza, sia pure in una bella villa. Riuscirà Cedric a risolvere la vertenza tra Vecchio e Nuovo Mondo? Riuscirà, perché così decide l'autrice. E cioè Frances Barnett, che, nata a Manchester nel 1849 da una ricca famiglia borghese,dopo la precoce morte del padre e la conseguente rovina economica della famiglia,si era trasferita con i suoi negli Stati Uniti. Intendiamoci: «Il piccolo Lord» non è un appello alla sinergia tra Union Jack e Stelle & Strisce. È un romanzo "positivo" e propositivo fondato sulla convinzione che alla fine il bene trionfa.

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