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di COSTANZA BACCANI L'AUTUNNO in Garfagnana vuol dire soprattutto castagne e funghi porcini.

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Dalle 80 differenti qualità di castagne di questi boschi, si ricava la farina di neccio Dop. I frutti si raccolgono tra la fine di settembre e la fine di novembre per poi lavorarli secondo i metodi tradizionali. Dopo 20 giorni di essiccatura e la separazione dalle bucce, le castagne vengono portate ai mulini ad acqua che, con le loro macine in pietra, le riducono in una polvere finissima. E così la farina di neccio viene impiegata per la preparazione di dolci tipici come il castagnaccio accanto a pinoli, uvetta, rosmarino e la buccia grattugiata dell'arancia. Da metà ottobre a Barga e nei paesi vicini da non perdere la sagra delle castagne e del castagnaccio. Osservando da lontano questa cittadina si presenta come un castello circondato da una cinta muraria che si può varcare attraverso tre antiche porte. Risalendo i suoi vicoli tortuosi è facile incontrare numerosi ristoranti, pasticcerie tipiche, numerose botteghe antiquarie e tante vecchie dimore che lasciano intravedere all'interno orti e giardini. Così lungo le strade che salgono al Duomo un susseguirsi di palazzotti rinascimentali: dal Palazzo dei Conti Pancrazzi al Palazzo dei Marchesi Angeli e tanti altri, tutti testimoni di un passato della cittadina strettamente legato ai signori di Firenze: i Medici. Arroccato sulla cima, in posizione dominante sull'antico centro storico che risale all'anno Mille, il Duomo per godere uno splendido panorama degli Appennini e delle Alpi Apuane. E per gli appassionati della terracotta invetriata qui si possono ammirare numerosi capolavori dei fratelli Della Robbia: nella chiesa di S. Elisabetta, in quella di S. Francesco, nell'Oratorio di S.Rocco e naturalmente nel Duomo. Nelle vicinanze in località Colognora, borgo sorto proprio in funzione dei castagneti che lo circondano, è visitabile il Museo del Castagno. Un'altra località nei pressi è Castelvecchio Pascoli dove il poeta si trasferì gli ultimi anni della sua vita innamorato del luogo e della buona tavola come testimonia ancora oggi l'osteria «Al ritrovo del platano».

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