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di GIAN LUIGI RONDI OSSI & JAGGER, di Eytan Fox, con Ohad Knoller, Yehuda Levi, Assi Cohen, Israele, 2002.

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Jagger — che in realtà si chiama Lior, quel soprannome glielo hanno affibbiato perché patito dei Rolling Stones — è un sottufficiale di leva, omosessuale, legato a Yossi da una relazione rischiosa dati i rigori dell'ambiente militare. Sta però per essere congedato e pensa che l'altro lasci la carriera per andare a vivere con lui. Deluso, morirà presto in uno dei tanti scontri a fuoco, lì quasi quotidiani. I commilitoni andranno a far visita ai suoi, guidati da Yossi, che adesso ha una doppia pena nel cuore. Quasi un melodramma. Eytan Fox, che lo ha portato sullo schermo rifacendosi a una sceneggiatura di Avner Bernheimer, ha dato un certo rilievo al rapporto fra i due, prima quasi euforico, poi trattenuto dal timore dei pettegolezzi, lasciandolo anche affiorare da qualche momento di gelosia (c'è una soldatessa che fa gli occhi dolci a Jagger) e increspandolo un po' verso la fine quando Yossi rifiuta di rinunciare alla divisa e di seguire l'altro. Però i climi sono quasi soltanto di piccola cronaca, resi anche più evidente da alcuni aneddoti attorno di vita militare, con personaggi di secondo piano o dai colori troppo vistosi o, al contrario, dalle fisionomie troppo smorte. I contraddizione con il dramma finale che, appunto, per modi e per accenti rasenterebbe il melodramma anche se quel rapporto fosse di natura eterosessuale. Ci sono comunque delle immagini particolarmente studiate, specie in certi esterni nevosi in cui contrastano, viste da lontano, le uniformi, scure dei soldati, e la recitazione è abbastanza curata, non solo asciutta e raccolta di Ohad Knoller come Yossi ma quella spigliata di Yehuda Levi, celebre in Israele per varie serie televisive di successo.

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