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di CRISTINA CORAZZA SILVIO Berlusconi vuole regalare agli italiani una delle collezioni ...

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È la Collezione Torlonia. Raccolta unica al mondo, composta da oltre 620 sculture romane realizzate in materiali pregiati, dal marmo bianco al porfido all'alabastro, è un vero e proprio oggetto di desiderio per collezionisti e studiosi. Il premier vuole ora acquisirla con i propri fondi personali, per farne dono allo Stato. Un sogno da Mecenate, la collezione è stata stimata oltre 125 milioni di euro, che diventerà realtà se le riservatissime trattative avviate con gli attuali proprietari, i principi Alessandro e Giulio Torlonia, andranno in porto. Il gesto di Berlusconi restituirebbe così alla collettività un vero e proprio tesoro d'arte sepolto da più di 30 anni negli scantinati di casa Torlonia. La meravigliosa collezione che i potenti banchieri iniziarono nel 1800, acquisendo pezzi pregiati dalle grandi casate romane, oggi è infatti ammassata in alcuni locali sul Lungotevere della Lungara. Invisibile al pubblico e di difficile accesso agli studiosi, della raccolta esiste un solo catologo realizzato nel 1884 a firma di Carlo Ludovico Visconti. E, ad eccezione di alcuni pezzi esposti in qualche mostra, non esistono nemmeno materiali fotografici dei reperti. In realtà, nel 1859 le opere erano state esposte proprio dai Torlonia a Via della Lungara, ma in seguito alle trasformazioni immobiliari avviate negli anni '70 dai discendenti della famiglia, il museo è stato chiuso e le opere rimosse. Per questo, ma non solo, alcuni studiosi parlano della collezione come di un qualcosa di eccezionale ma anche di un "oggetto un po' misterioso", sicuramente al centro di molte contese e polemiche. Sulle operazioni immobiliari dei Torlonia e il trasloco delle stature, negli anni '70 è stata anche avviata un'indagine della magistratura e si arrivò al sequestro della collezione. In tempi più recenti i ministri dei Beni Culturali, Walter Veltroni e Giovanna Melandri hanno cercato di acquisire questo tesoro al patrimonio pubblico, ma non si è riusciti a trovare un accordo con la famiglia Torlonia. Sulla collezione pende un vincolo assoluto per impedire che possa finire smembrata in altre collezioni private o che venga "esportata" nel suo insieme. «Allo Stato spetta il diritto di prelazione» spiega Vittorio Sgarbi che al suo insediamento come sottosegretario ai Beni Culturali aveva avviato negoziati con i principi Torlonia per l'acquisto della collezione al patrimonio pubblico. «Si trattava di un atto dovuto, un'opportunità da non perdere che io stesso avevo suggerito al premier, per mettere fine a una situazione scandalosa» ricorda il critico d'arte. «L'idea era quella di un pagamento scaglionato, 50 miliardi di vecchie lire l'anno, per acquisire le sculture e poi esporle in una sede di grande prestigio, magari alle Scuderie del Quirinale» spiega ancora Sgarbi. Che si dice convinto della bontà della sua idea e del fatto che «l'intervento dello Stato resta l'ipotesi migliore», anche se una "discesa di campo" di Silvio Berlusconi in prima persona «è indubbiamente un bellissimo gesto».

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