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Imprenditore si suicida nel napoletano. E il parroco di Di Maio accusa il governo: "Solo promesse"

Il premier Giuseppe Conte

Un uomo nel napoletano si è tolto la vita. Conte: "Notizia dolorosa". Ma la famiglia specifica: "Era depresso, la crisi non c'entra"

Carlantonio Solimene
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Si è tolto la vita impiccandosi nel suo negozio in via Murelle, nel quartiere Barra, zona orientale di Napoli, A.N., imprenditore di 57 anni residente a Cercola ( Napoli), titolare di un mobilificio. Ha lasciato una lettera rivolta ai familiari per spiegare le ragioni del suo gesto. Inizialmente i media locali avevano accreditato l'ipotesi di difficoltà economiche legate al Coronavirus. Poi, però, la famiglia avrebbe fatto trapelare che in realtà l'uomo era da tempo depresso e che la sua azienda non versava in difficili condizioni economiche. A dare l'allarme è stato un familiare, sul posto sono giunti i sanitari che non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Il premier Giuseppe Conte ha parlato di «dolorosa notizia». «Non conosciamo ancora i dettagli - ha detto Conte secondo quanto si apprende - siamo vicini alla famiglia». Alla luce di questo episodio drammatico, un appello alle istituzioni, in primis al governo, affinché agisca subito per aiutare le tante imprese finite sul lastrico per coronavirus, è stato lanciato dal parroco in prima linea per i lavoratori di Pomigliano, don Peppino Gambardella, il "sacerdote di Di Maio" interpellato dall'Adnkronos dopo il suicidio dell'imprenditore a Napoli. «Bisogna agire subito, quando la paura si accende - avverte il sacerdote - anche il suicidio diventa un fenomeno imitativo». Il parroco di Pomigliano, da sempre in prima linea per i lavoratori, le loro difficoltà le ha vissute sulla pelle anche con la crisi della Fiat: «Quanti gesti disperati, suicidi, tentati suicidio di imprenditori che non hanno retto davanti al fallimento. Provo un grande dolore, anche questa morte mi tocca nell'anima». Da qui l'appello: «Non sono un tecnico ma bisogna fare di tutto per aiutare le imprese senza lavoro. Noi aiutiamo ma hanno bisogno della dignità. Basta con le tante, troppe previsioni legali. Ho sentito tante promesse ma se non si vedono i soldi, al dramma si aggiunge altro dramma». Proprio oggi don Gambardella si è trovato ad aiutare un imprenditore ridotto sul lastrico: «Gli abbiamo dovuto pagare la bolletta della luce. Non aveva più nemmeno quel minimo per le spese correnti».

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