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Chiara Ferragni e Fedez raccolgono milioni per la terapia intensiva. Ma gli hater li lapidano

Giada Oricchio
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Chiara Ferragni e Fedez lanciano una raccolta fondi per la Terapia Intensiva in favore dell'Ospedale San Raffaele di Milano sul sito “gofundme” e scoppia la polemica: “Donano 100.000 euro e sono pure osannati”. Ma Fedez risponde per le rime. Questa mattina, “The Ferragnez” al secolo Fedez e Chiara Ferragni - l'unica influencer degna di essere considerata tale visto che da subito ha capito che era opportuno sensibilizzare i suoi quasi 19 milioni di follower a stare a casa e a rispettare le direttive del governo per limitare i contagi da Coronavirus – si sono attivati per raccogliere risorse così da triplicare i posti letto in terapia intensiva e acquistare nuove attrezzature. Hanno iniziato donando 100.000 euro e il contributo base è 5 euro. Nel giro di 9 ore si sono aggiunti 82.300 donatori diversi per un totale di 1.460.000 euro (al momento in cui si scrive) su un obiettivo di 1.900.000. Personaggi noti come Dua Lipa, Emma Marrone, Giulia De Lellis, Bebe Vio,Benji, Alessia Marcuzzi, Alvaro Morata, Andrea Damante e Francesco Facchinetti hanno aderito, sostenuto e rilanciato l'iniziativa. Eppure la rimarchevole iniziativa ha sollevato ironia e critiche sul web. Su Twitter, l'utente @keynesblog scrive: “Chiara Ferragni e Fedez donano 100 mila euro (quello che la Ferragni guadagna con 2 post) all'Ospedale privato San Raffaele. E la gente li osanna. Dal mondo degli AA (abbronzati e abbienti) è tutto”, Fedez replica deciso: “Perché Polemizzare su tutto a prescindere? Non è importante quanto noi possiamo aver donato, è importante raccogliere fondi e mostrare coesione. stanno arrivando svariati milioni di euro per nuove terapie intensive grazie a questa campagna. Il resto è aria fritta” e il primo controreplica: “Sì che è importante Fedez, perché 1. per voi 100.000 euro sono come per me 10 centesimi, e voi in realtà ci state addirittura guadagnando in visibilità. Non è un sacrificio, è un investimento. 2. soprattutto in questo momento va sostenuta la sanità pubblica che è in difficoltà”.  Visualizza questo post su Instagram Abbiamo deciso di lanciare attraverso una donazione personale una raccolta fondi in favore dell'ospedale San Raffaele destinata alla creazione di nuovi posti letto nel reparto di terapia intensiva necessari ad affrontare l'emergenza sanitaria del Coronavirus (link in bio e stories) Aiutateci a condividere il più possibile ❤ Un post condiviso da Chiara Ferragni ✨ (@chiaraferragni) in data: 9 Mar 2020 alle ore 3:41 PDT E si scatenano gli hater: uno fa notare che lo stilista Giorgio Armani ha donato di tasca sua 1.500.000 di euro, molti altri che “Gli ospedali oggi e sempre in prima linea sono quelli pubblici. Bisogna aiutare gli ospedali pubblici” rimproverando la scelta del San Raffaele, struttura privata. E ancora: “E' fastidioso, per non dire altro, che in un momento di crisi del SSN si raccolga 1.300.000 euro, e oltre, da regalare a una azienda privata. Così forse è più chiaro. Per fortuna altri sono stati meno ingenui, ma hanno meno visibilità purtroppo. "Da grandi poteri...", “Se possibile donate ad un OSPEDALE PUBBLICO IN difficoltà come quelli di Bergamo Lodi”, “La sanità pubblica, da sempre in primissima linea a tutela della salute di tutti, così dall'inizio anche in questa emergenza, subisce da anni continui tagli di risorse a favore della sanità privata, la cui unica bussola è il guadagno. A chi la donazione? Al PRIVATO... of course!”. La lodevole impresa diventa addirittura terreno di scontro per la lotta di classe: “Perché donare ad un ospedale privato? Le strutture pubbliche e per i comuni mortali fanno schifo, vero? Soliti classisti che lanciano spiccioli al popolo per l'immagine”, “Perché avete fatto donazione ai a struttura privata. Donare al San Raffaele è come donare alla Ferrari. Invitate a donare agli ospedali pubblici di appartenenza! La vostra influenza è indiscutibile”, “Donateli alla sanità pubblica se non volete essere criticati”, “In silenzio, la beneficenza si fa in silenzio. Non si deve per forza apparire!”. Oltre ai commenti polemici e all'imperdibile “io avrei fatto meglio”, ci sono centinaia di messaggi di ringraziamento (“non vi preoccupate, parla l'invidia sociale”) e apprezzamento per la raccolta fondi. A favore esclusivamente dei malati di Coronavirus.

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