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I rifugiati fanno shopping di lusso

Coinvolti due centri di accoglienza in Toscana. Gli stranieri avrebbero comprato online molti capi di abbigliamento griffati

Francesca Mariani
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Capi di abbigliamento griffati acquistati online e consegnati nei centri di accoglienza. Un fenomeno che va avanti da qualche tempo e che riguarda in particolare la Toscana, dove è stata segnalata questa singolare consegna di pacchi nei centri dove vivono i richiedenti asilo. La vicenda non è passata inosservata al punto che il consigliere regionale della Lega Nord, Jacopo Alberti, ha presentato una interrogazione che sarà discussa nei prossimi giorni. La questione, infatti, presenta dei profili per certi aspetti misteriosi. Fermo restando che non rappresenta alcun illecito, molti si sono chiesti come possibile che questo tipo di acquisti (si tratta di capi di abbigliamento, scarpe, giubbotti etc), vengano puntualmente consegnati ai profughi. Certo, potrebbe essere opera di un benefattore anonimo. Oppure potrebbero essere acquistati online dagli stessi immigrati. In ogni caso la vicenda incuriosisce e non poco. «Le risorse destinate all'accoglienza dei richiedenti asilo – scrive nel documento il consigliere regionale della Lega - servono a coprire tutte le necessità degli ospiti delle strutture (pulizia, vitto, beni di prima necessità), ma agli stessi ospiti viene comunque corrisposta una somma ulteriore di 2,50 euro al giorno, oltre alle ricariche telefoniche. Ora da varie segnalazioni di corrieri risulta che ogni giorno in Toscana avvengano molte consegne di prodotti di vario tipo acquistati on line e destinati alle strutture dove sono ospitati i richiedenti asilo. È evidente – prosegue nell'interrogazione - che questi acquisti on line non possano, vista l'esiguità della somma, essere coperti dal pocket money di 2,50 euro al giorno fornito a ciascun ospite. Vorremmo quindi sapere, le ragioni per le quali sono effettuati acquisti on line di beni destinati alle strutture che accolgono i richiedenti asilo, dal momento che gli ospiti delle strutture di accoglienza sono già dotati in loco di tutto il necessario e a che titolo, a nome di quale persona o ente e con quali risorse sono effettuati tali ordini di acquisto». In particolare, secondo quanto scrive La Nazione, le due strutture in cui vengono consegnati i pacchi sarebbero quelle di Certaldo e Firenzuola che «sono state coinvolte in una lunga serie di inchieste e vicende giudiziaria e recentemente passate di mano. Il Consorzio Mc Multicons srl di Montelupo Fiorentino, che un tempo le gestiva - prosegue il quotidiano - le ha cedute al Consorzio l'Arcolaio. Stefano Mugnaini, amministratore unico di Multicons, ci spiega a telefono di non occuparsi più dei due centri da luglio, da quando cioè le strutture sono passate sotto la nuova gestione. Ma tiene anche a sottolineare di non aver mai notato consegne di pacchi, né nulla del genere». I corrieri che consegnano la merce, però, forniscono qualche dettaglio: «A volte – spiegano – i destinatari pagano in contanti direttamente alla consegna, altre volte il pagamento è già avvenuto al momento dell'ordine sul portale di vendita on line, con carta di credito e quindi noi ci limitiamo a dare il pacco al destinatario». Proprio i pagamenti con carta di credito hanno generato qualche dubbio e la Lega vuole vederci chiaro. Chi fa questi pagamenti? Femo restando che i profughi possono avere soldi disponibili magari frutto di lavori che svolgono sul territorio e propri fondi a disposizione, scrive La Nazione, ma «è la sistematicità del fenomeno che, secondo le testimonianze, avrebbe suscitato dubbi e perplessità. Per ora gli interrogativi restano aperti».

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