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Caso Consip, sospesi dal servizio Sessa e Scafarto. Nuove accuse di depistaggio

Riccardo Di Vanna
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Sospesi dal servizio per un anno. E' la misura imposta al maggiore Gianpaolo Scafarto e al colonnello Alessandro Sessa dal gip di Roma, Gaspare Sturzo, nell'ambito dell'inchiesta Consip. I due carabinieri, ai quali la procura capitolina ha contestato un nuovo episodio di depistaggio, sono stati raggiunti dalla misura interdittiva richiesta dai pm che indagano sulla vicenda legata alla centrale acquisti per la pubblica amministrazione e, in particolare, su una presunta fuga di notizie. Secondo gli inquirenti gli indagati avrebbero tentato di sviare gli accertamenti sulla “violazione del segreto d'ufficio, rimuovendo una applicazione da un telefono cellulare. Nello specifico, Scafarto – il cui smartphone era stato sequestrato il 10 maggio scorso - “su richiesta e istigazione di Sessa (suo superiore diretto)”, avrebbe disintallato whatsapp dal telefono di quest'ultimo. Una operazione che sarebbe stata effettuata “per non rendere possibile ricostruire compiutamente le conversazioni intervenute” per mezzo dello stesso programma di messaggistica istantanea. Il tutto per distruggere o comunque alterare “un oggetto da impiegare come elemento di prova o comunque utile alla scoperta del reato o del suo accertamento”. Stando al gip, inoltre, la revoca della delega di indagine sul caso Consip al Noe, avrebbe dovuto spingere i due indagati ad operare con maggior rigore, “in modo retto, probo e osservante dei propri doveri verso la legge e le istituzioni di riferimento e quelle di appartenenza. Entrambi gli ufficiali erano già finiti sotto la lente della procura: Scafarto per rivelazione del segreto d'ufficio e falso, Sessa per un primo presunto depistaggio. Per il gip, l'ultimo episodio contestato, insieme ai precedenti, giustificherebbero la sospensione dalle funzioni di pubblico ufficiale dei carabinieri anche in considerazione del pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove.

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