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Ermal Meta, la nuova vita da scrittore col primo romanzo "Domani e per sempre"

Carlo Antini
Carlo Antini

Parole e musica come ascisse e ordinate

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Una nuova vita per Ermal Meta. Da qualche tempo il cantautore si dedica anche alla narrativa e ha appena pubblica il suo primo romanzo «Domani e per sempre». Ne parlerà il 20 settembre nel corso della serata organizzata all’interno del «Cous Cous Fest», il festival dell’integrazione culturale che si terrà a San Vito Lo Capo dal 16 al 25 settembre.
Ermal Meta, quando è nata la necessità di dedicarsi anche alla narrativa?
«È nata qualche anno fa. Ho sentito il bisogno di raccontare diversamente quello che avevo dentro, senza musica ma attraverso un percorso molto più lungo. È stato un viaggio sia nelle parole che dentro di me».
«Domani e per sempre» è ambientato durante la seconda guerra mondiale e la guerra fredda. Quali analogie ci sono tra la vicenda narrata nel romanzo e la situazione che vive oggi l’Europa?
«Il clima, in parte, è quello della Guerra Fredda. Mi rendo conto che, pur con enormi differenze storiche, ci sono delle analogie che riguardano gli spostamenti delle persone e la loro ricerca della libertà».
Quanto c’è di autobiografico nel personaggio di Kajan?
«Non ci sono riferimenti autobiografici. Sarebbe stato fin troppo facile procedere in questo modo, anche se la passione per la musica è sicuramente qualcosa che abbiamo in comune».
Nella dedica del romanzo scrive: «A coloro che hanno trovato l’inizio nella fine e la musica nella guerra». Anche lei ha trovato la musica nella guerra?
«La musica l’ho trovata nella confusione piuttosto che nella guerra. È stato il modo in cui ho creato ordine dentro e fuori».
Per «Domani e per sempre» sono stati già opzionati i diritti cinematografici. La futura serie tv cosa potrà aggiungere o sottrarre alla sua storia?
«Tutto dipende dalla visione del regista. Credo che potrebbe essere una cosa molto interessante lavorarci assieme. Una trasposizione cinematografica di una storia scritta sicuramente tende a tagliare il "superfluo" ma penso anche che leggere e guardare una storia non siano la stessa cosa». 
Lei ha partecipato anche ad «Amici» come giudice. Che ricordo ha di quell’esperienza? E cosa pensa dei talent?
«È stata un’esperienza molto bella, mi sono divertito e spero di aver fatto bene il compito per cui ero stato chiamato. I talent, se affrontati nel modo giusto, possono essere un ottimo trampolino di lancio. La storia di diversi artisti lo dimostra». 
Parlando di musica, in carriera ha composto molto anche per altri artisti. Si sente più a suo agio come autore o interprete?
«Mi sento a mio agio in entrambi i casi. Creare non crea disagio, al contrario è qualcosa di unico ogni volta. Ovviamente andare sul palco mi piace di più». 
Quali sono i progetti dopo il romanzo? Si dedicherà ancora alla letteratura o tornerà a tempo pieno alla musica?
«Farò entrambe le cose. Per adesso ho un disco da scrivere e non vedo l’ora di mettermici. Dopo affronterò il prossimo romanzo».
 

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