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Sacerdotessa del rock, Patti Smith vola sulla Nuvola

Carlo Antini
Carlo Antini

Parole e musica come ascisse e ordinate

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«Quando ero una ragazzina ho sempre saputo di avere qualcosa di speciale dentro». E quando Bob Dylan vinse il Nobel per la Letteratura mandò proprio lei a ritirarlo a Stoccolma. Certamente perché schivo e sfuggente ma anche perché Patti Smith rappresenta il suo alter ego femminile. Sintesi di musica e parole, artista completa che ha saputo intrecciare le forme d’arte in un’incessante ricerca per la sperimentazione e l’avanguardia. Patti Smith è cantautrice, poetessa, fotografa, pittrice e scultrice. Ma soprattutto è l’indiscussa «sacerdotessa» del rock che già nel ’75, con l’album di debutto «Horses», ha anticipato i temi del punk e portato a perfezione formale l’intreccio tra il rock e la declamazione di versi. Amata e rispettata da tutti i più grandi del Novecento musicale, la Smith esercita ancora oggi una forte influenza sulla scena rock ed è stata fonte di ispirazione per artisti come Michael Stipe (R.E.M.), Morrissey e Johnny Marr (Smiths), Madonna e gli U2. Brani come «People Have The Power», «Gloria» (cover del brano dei Them di Van Morrison), «Dancing Barefoot» e «Because The Night» (scritta insieme a Bruce Springsteen) sono pietre miliari dell’immaginario rock.

Domenica 10 ottobre Patti Smith sarà in concerto alla Nuvola di Fuksas per il quarto appuntamento di «Riemergere», programma di eventi ideato da Eur Culture per Roma e realizzato da Eur S.p.A. con la direzione artistica di Oscar Pizzo che, fino al 29 giugno 2022, presenterà oltre 100 eventi con più di 600 tra artisti ed esponenti della cultura per quasi 10 mesi di appuntamenti fra la Nuvola, il Palazzo dei Congressi e l’intero quartiere Eur. Nel concerto romano, Patti Smith sarà accompagnata sul palco da Tony Shanahan al basso e alle tastiere, Jackson Smith alla chitarra e Jesse Paris Smith al piano. La «sacerdotessa» del rock, nella sua carriera di oltre 40 anni, ha attraversato il punk diventandone l’icona, analizzato il mondo in tutte le sue forme d’arte, attraverso musica, fotografia, poesia, romanzi, pittura e scultura, lasciando un segno indelebile in ogni espressione. Amata, discussa e idealista, Patti Smith è un’icona indiscussa per varie generazioni.
Cantante, cantautrice e poetessa, Patricia Lee Smith (questo il vero nome) è nata il 30 dicembre 1946 a Chicago, Illinois. Nel 1950 si trasferisce con la famiglia a Philadelphia, poi nel New Jersey. La maggiore di quattro figli, Patti è sempre stata una bambina alta, allampanata, malaticcia, con un occhio sinistro pigro. Comportamenti timidi che mai avrebbero fatto pensare che si sarebbe trasformata nella rockstar innovativa che sarebbe diventata. «Non ero attraente, non ero molto comunicativa, non ero molto intelligente, almeno a scuola - ha confessato - Non ero nulla di tutto ciò e non ho mai dimostrato al mondo che ero qualcosa di speciale ma ho avuto questa enorme speranza per tutto il tempo ed è questo lo spirito che mi ha mantenuto forte. Ero una bambina felice perché avevo la sensazione che sarei andata oltre il mio corpo fisico».

Erano gli anni ’60 quando la giovanissima Patti Smith, poco più che ventenne, si trasferì nella vibrante New York per trovare la sua strada. Il resto è storia: dalla chiacchierata relazione con il fotografo Robert Mapplethorpe fino alle primissime esibizioni nello storico Cbgb’s, senza tralasciare il contratto con la Arista e la pubblicazione di «Horses». Fino a oggi. Fino al concerto alla Nuvola di Fuksas.
 

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