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Garlasco, gli altri “pizzini” trovati a casa Sempio. L'indagine, il dna, l'archiviazione: cosa c'è scritto

Foto: Lapresse

Rosa Scognamiglio
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Non c’è solo il “pizzino” nell’inchiesta per corruzione in atti giudiziari della procura di Brescia, ma un’intera agenda su cui i genitori di Andrea Sempio erano soliti fare annotazioni. In particolare, come riporta il Corriere della Sera, sotto la lente del procuratore Francesco Prete e della collega Claudia Moregola, titolari del fascicolo a carico dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, ci sarebbero alcuni appunti risalenti al 2017, anno in cui il giovane Sempio era stato indagato per la prima volta su Garlasco.

 

 

Gli appunti sul Dna

Nel taccuino c’è un passaggio sul Dna, scritto verosimilmente dal papà dell’indagato, Giuseppe Sempio, che per gli inquirenti avvalorerebbe l’ipotesi di un eventuale accordo con Venditti per la richiesta di archiviazione del fascicolo a carico del figlio. Sul foglietto viene riportata una data, ovvero “4 febbraio 2016”, ma è molto probabile che si tratti di un errore, visto che nella primavera di quell’anno non c'era alcuna indagine sull'omicidio di Chiara Poggi. Ad ogni modo, l’appunto recita quanto segue (errori inclusi): “Gip (Venditti procuratore Pavia. Se archivia l’indaggine dovrebbe mettere nome del soggetto sulla archiviazione (Sempio Andrea) così non può essere indagato x lo stesso motivo il Dna”. Riguardo alla questione del Dna, l’avvocato Massimo Lovati, legale del 39enne, ha detto in tv di aver ricevuto la relazione che faceva riferimento al suo assistito da un giornalista dell’epoca. Una versione che non convince gli investigatori poiché, com’è noto, gli atti erano secretati. E allora chi potrebbe aver passato a Lovati il documento? Mistero.

 

 

I contatti tra Sempio e l’ex carabiniere

Agli atti dell’inchiesta coordinata dalla procura di Brescia ci sono anche alcune intercettazioni telefoniche mai trascritte o contenenti numerose parti omissate. Ma non è tutto. I pm bresciani indagano anche sui presunti “contatti opachi” tra Andrea Sempio e l’allora maresciallo dei carabinieri Giuseppe Spoto che, il pomeriggio dell’8 febbraio del 2017, notificò al ragazzo l’avviso di interrogatorio, fermandosi per più di un’ora nell’abitazione di quest’ultimo. Episodio che viene segnalato come “anomalo” nell'annotazione redatta dalla Guardia di Pavia e Brescia e dai carabinieri di Milano nel 2020. Sarebbe "interessante", scrivono gli investigatori, "comprendere" quali siano state, in quel lasso di tempo, "le 'alcune domande’" di cui "il maresciallo" parlava in una chiamata, soprattutto "a fronte di quelle che poi sono state le risultanze" delle altre intercettazioni. E in particolari quelle nelle quali Sempio e il padre "riferivano di essere a conoscenza del contenuto degli atti di indagine e si dicevano certi sulla natura delle domande che gli sarebbero state rivolte".

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