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Migranti, chi delinque va in Albania. Ladro seriale in aeroporto subito trasferito nel Cpr

Giulia Sorrentino
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La linea del Governo e del Viminale sul tema dell’immigrazione è netta, e l’ultimo caso è l’ennesima conferma. L’algerino, irregolare sul territorio nazionale, fermato nella giornata del 17 aprile dalla polizia di frontiera aerea di Fiumicino, è sbarcato ieri in Albania, è stato condotto al Cpr di Gjader e verrà rimpatriato, si spera, in tempi molto brevi. Parliamo dell’uomo colto in flagranza dagli agenti mentre perpetrava l’ennesimo furto all’interno dello scalo aeroportuale italiano. L’operazione di polizia è scattata a seguito della denuncia di una passeggera pakistana, vittima del furto della propria valigia. Gli investigatori, grazie alle analisi delle immagini del sistema di videosorveglianza dell'aeroporto, sono riusciti a identificare il ladro, seguendone i movimenti all’interno dell'aerostazione.

 

 

Sono diverse le polemiche che in questi giorni la sinistra ha portato avanti, soprattutto per la presenza delle fascette ai polsi dei migranti al loro arrivo nel centro. Eppure, il messaggio che il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi vuole trasmettere è chiaro: il Cpr verrà utilizzato per i soggetti più pericolosi per l’Italia o colti in flagranza di reato, come in questo caso, e non ha intenzione di arretrare nonostante le numerose critiche da parte dell’opposizione che insorgono parlando di «un’azione disumana e inutile». Ma come si fa a protestare contro una misura che sta tentando in ogni modo di tutelare la sicurezza sul territorio italiano? Non dimentichiamo che questi sono alcuni dei reati di cui sono accusati i clandestini, tutti in attesa di espulsione: tentato omicidio, violenza sessuale, lesioni aggravate, pornografia minorile, rissa, furto, rapina, atti osceni in prossimità di minori, porto d’armi, detenzione di sostanze stupefacenti, adescamento di minorenni. 10 di loro hanno precedenti penali e/o di polizia per reati contro la persona anche gravi, 16 per reati contro il patrimonio e 7 in materia di stupefacenti. I rimanenti hanno a loro carico violazioni in materia di immigrazione e/o false generalità.

 

 

Lo stesso titolare del Viminale aveva sottolineato come tra loro ci fossero «cinque casi di condanna per violenza sessuale, un caso di tentato omicidio, reati contro patrimonio, furti, resistenza a pubblico ufficiale. Un ampio campionario di precedenti», tale da qualificarli «come persone pericolose». Un tema su cui anche il leader della Lega Matteo Salvini è intervenuto: «Quaranta immigrati clandestini, condannati, con precedenti e in attesa di espulsione, trasferiti in Albania in manette. Dovevano essere portati con le mimose e la colomba pasquale o l’uovo?». Effettivamente ciò su cui dovremmo concentrarci sono anche i più recenti episodi di violenza (molti dei quali ai danni delle donne) perpetrati proprio da cittadini extracomunitari che le cronache ci raccontano giornalmente. Il Viminale non vuole fermarsi sul progetto Albania, questa è la linea che verrà portata avanti. Probabilmente Cecilia Strada continuerà a definirlo «una vergogna, neanche gli animali», Ilaria Salis «il primo campo di concentramento europeo contemporaneo», e Riccardo Magi una «sadica deportazione». Basterebbe ricordare loro che tutti i soggetti trattenuti in un Cpr possono uscire subito, purché accettino il rimpatrio immediato, a dimostrazione che le polemiche sulla scarsa vivibilità di questi centri sono del tutto infondate. E ci chiediamo come si possa ancora protestare contro il trattenimento e il rimpatrio di clandestini che altro non fanno che mettere a rischio la sicurezza nelle città.

 

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