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Terremoto a Santorini, Tozzi: vulcano "quiescente". Scosse premonitrici? La verità

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In Grecia la terra è tornata a tremare. Un nuovo terremoto di magnitudo 4 sulla scala Richter è stato registrato questa mattina circa 200 km a sud-est di Atene. Secondo l’Istituto geodinamico dell’Osservatorio nazionale di Atene, l’epicentro sarebbe localizzato nel mare 12 km a sud dell’isola di Amorgos, nell’arcipelago delle Cicladi. Nel frattempo, altri tre terremoti della stessa magnitudo sono stati registrati durante la notte nella stessa zona di mare. L’agenzia greca "Ana Mpa", ha riferito che il Comitato per la gestione del rischio e delle crisi della National and Kapodistrian University (Nkua), ha spiegato che "più di 2.500" scosse sono state registrate nel complesso vulcanico di Santorini da giugno 2024 e che "questo non esclude la possibilità che si tratti di caratteristiche di una sequenza pre-sismica". Ma cosa sta succedendo? Quali sono gli scenari più probabili? Intervistato da Il Messaggero, il geologo Mario Tozzi ha innanzitutto negato il legame tra i terremoti che stanno colpendo Santorini e il supervulcano. 

 

 

La causa starebbe invece nella posizione dell'arcipelago delle Cicladi e nei movimenti lungo le faglie. "Il vulcano di Santorini non è spento, ma quiescente", ha spiegato Tozzi. "Al momento però non ci sono condizioni geofisiche che facilitano la stimolazione del vulcano, ma non è detto che ciò che non possa cambiare", ha ammesso. Qualcuno ha parlato con insistenza in queste ore di "scosse premonitrici" di un terremoto molto più forte, ma il geologo ha escluso questa possibilità: "Si può parlare di 'foreshocks' solamente dopo la grande scossa. Un terremoto non può essere identificato infatti come scossa premonitrice fino a quando non si verifica un terremoto maggiore nella stessa area. Discorso diverso per le aftershocks, le scosse di assestamento, molto più facili da identificare", ha chiarito. Non credibile, poi, l'ipotesi di un maremoto: "Per generare uno tsunami un terremoto deve avere una magnitudo superiore a 6 gradi. Nel 1956, quando uno tsunami colpì diverse isole del Mar Egeo, la magnitudo era infatti di 7.8", ha concluso. 

 

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