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Beniamino Zuncheddu è libero. “Fine di un incubo, ma…”, la prima reazione

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“È la fine di un incubo”. Sono state queste le prime parole pronunciate da Beniamino Zuncheddu dopo la sentenza della Corte d’Appello di Roma che lo ha assolto nel processo di revisione per la strage di Cuili is Coccus, a Sinnai, in Sardegna, in cui nel 1991 furono uccisi tre pastori. La sentenza è stata accolta da applausi in aula da amici e familiari dell’ex allevatore.

 

 

Zuncheddu, all’indomani della sentenza, si è sfogato con Radio Giornale Radio: “Questo è il primo giorno da uomo libero dopo 33 anni di carcere. Non mi sembra ancora vero. Il carcere è sempre duro, soprattutto per chi è innocente. Se andrò a trovare quelli che mi condannarono? No, anche perché la maggior parte di loro è in cielo. O forse all’inferno. Ma in ogni caso non me la sentirei, non saprei neppure cosa chiedere loro - ha concluso Zuncheddu -. Chiedere il perché di tutto questo? Non servirebbe a nulla, io non provo rancore”. E in molti non hanno esitato a definire il suo il più grande errore giudiziario della recente storia italiana.

 

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