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Alessia Pifferi, l'avvocato Pontenani non la molla: “Ormai è un'amica”. Ma ammette un errore

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Alessia Pontenani è la legale di Alessia Pifferi, accusata di aver fatto morire di stenti la figlia Diana. Ma anche la stessa avvocatessa è finita nel registro degli indagati insieme a due psicologhe di San Vittore, accusate del fatto che avrebbero contribuito a produrre una relazione falsa per far ottenere all’imputata una perizia psichiatrica. “L’ho scoperto dalla stampa mentre ero in udienza. Mi sono messa a ridere per l’incredulità. Sono molto tranquilla, non ho fatto niente di male. Assolutamente”, dice Pontenani sull’indagine per falso dopo essere stata interpellata da Repubblica. 

 

 

“Io - dice ancora - avevo già intenzione di chiedere una perizia psichiatrica: mi pareva dovuto, una morte così atroce aveva bisogno di un approfondimento. Quando ho ottenuto la cartella, pagando 80 euro di tasca mia, ho mandato le carte al pm, che mi ha ricevuto nel suo ufficio. Mi ha detto che la mia assistita secondo lui era una lucida criminale. A me di lucido pareva ci fosse ben poco”. Poi Pontenani si sofferma su Pifferi: “Ha un deficit cognitivo importante. Se viene fuori che non è vero e ha ingannato tutti, che ha finto con le psicologhe e con me, sono una vittima pure io. Non le ho mica detto di buttarsi per terra e strapparsi i capelli, come strategia difensiva. Ma le psicologhe che motivo avrebbero avuto di aiutarla? Veramente, come ho letto, per scardinare il sistema? Ma per favore. Per me è diventata un’amica, una persona da aiutare. Se avessi la possibilità, me la porterei a casa mia. E potrei veramente farlo. Perché quando uscirà non avrà più una casa, nessuno. Non ci penso proprio a rinunciare all’incarico. Ieri l’ho vista, mi ha detto ‘mi raccomando’. Si è affezionata, e anch’io a lei”. 

 

 

“È stato divertente ma ho sbagliato ad andare in televisione. Questo è un processo banale, Pifferi è pacificamente autrice del fatto per cui è imputata. Senza tv di mezzo non saremmo stati qui, avremmo fatto una perizia, tranquilli, forse anche il pm lo sarebbe stato di più. Se il processo non fosse stato così mediatico non avremmo avuto problemi”, l’ultimo passaggio del colloquio della legale con il quotidiano.

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