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Il Natale del Pd, al fianco degli islamici per le moschee abusive

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Christian Campigli
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Nessuna prevaricazione, nessun atto di intolleranza o di razzismo verso religioni diverse da quella cristiana. Ma solo la ferma volontà di far rispettare le leggi attualmente in vigore. Anche da chi ha usi, tradizioni e culti diversi da quelli della maggioranza degli italiani. Ieri mattina a Monfalcone, popoloso centro in provincia di Gorizia, circa settemila musulmani, provenienti da tutta Italia, hanno manifestato contro il sindaco Anna Cisint. Colpevole, secondo gli organizzatori, di non essersi girata dall’altra parte e di aver preteso il rispetto della legalità.

L’esponente leghista ha infatti disposto la chiusura di due moschee abusive. Un provvedimento preso non contro chi, legittimamente, rispetta il Corano e crede nell’Islam, ma perché «quei locali non possono essere destinati a moschee. In quei locali non si può più pregare, non sono centri di culto, non sono moschee. Sono locali che urbanisticamente sono destinati ad altro. Un provvedimento di civiltà e di rispetto dell’ordine pubblico e della legalità».

 

Una valutazione che ha letteralmente incendiato il clima nella cittadina friulana. «Noi musulmani siamo qui come testimoni di pace: la preghiera è pace, siamo monfalconesi e siamo italiani». Il serpentone, che si è snodato in modo assolutamente pacifico, ha chiesto a gran voce «il rispetto dei diritti, per chi vive e lavora a Monfalcone. Rispettare i diritti, vuol dire consentire l’integrazione». La comunità musulmana ha deciso di scendere in piazza per esprimere sia la propria voglia di integrazione, sia per ribadire il diritto ad avere un posto dove pregare. «In questa vigilia natalizia, Monfalcone ha avuto la più evidente dimostrazione della volontà di prevaricazione da parte della comunità musulmana per imporre il proprio modello islamico più integralista – ha affermato il sindaco Anna Maria Cisint che in un luogo poco distante ha organizzato il tradizionale scambio di auguri di Natale- Da un lato, nel centro cittadino e nei quartieri, la voglia di festeggiare il momento più alto della Natività nel quale si riconoscono i principi cristiani che sono alla base della nostra civiltà, dall’altro un’indecorosa protesta basata su presupposti inquietanti che preoccupano per il loro richiamo all’intolleranza verso l’accettazione dei nostri presupposti di convivenza sociale e legalità. Sono profondamente colpita e gratificata dalle espressioni di vicinanza per gli attacchi ricevuti in queste settimane e di affetto avuti dai tanti cittadini incontrati dinanzi al presepe, simbolo dell’insegnamento che orienta la nostra visione nel segno dei valori di famiglia, solidarietà e dignità umana, di uomini e donne».

Il primo cittadino ha ricordato di aver chiesto ai promotori della manifestazione «di evitare la forma di protesta scelta durante il periodo natalizio. Da mesi prevalgono gli atteggiamenti di una sfida fondamentalista che assume Mila I musulmani e non solo che ieri hanno sfilato in corteo per chiedere la riapertura dei luoghi di culto non autorizzato tratti inaccettabili allorché si pone in contrasto con le leggi e le norme italiane, cioè i centri islamici non in regola con prescrizioni urbanistiche e sull’incolumità pubblica. Senza dimenticare sopraffazioni contro le donne, e le espressioni di violenza che inneggiano al terrorismo palestinese.

 

Ma non mi farò intimidire da manifestazioni come quella odierna». Durante gli auguri di Natale è giunta anche una videochiamata del ministro Matteo Salvini e una del governatore Massimiliano Fedriga. Come da prassi, il Pd ha attaccato a testa bassa la Lega e si è schierato dalla parte dei manifestanti. «La pacifica e ordinata marcia di Monfalcone mostra che c’è un gran numero di persone straniere perbene, lavoratori e famiglie che seguono le regole e che chiedono integrazione - ha detto il deputato dem Debora Serracchiani - Così si farebbe anche più sicurezza, ma chi eccita all’odio vuole paura e disordine. Fanno ridere le accuse alla sinistra da parte chi sta al governo di tutto». Le fa eco il segretario regionale del Pd, Caterina Conti, che ieri ha partecipato alla manifestazione: «Noi siamo seriamente impegnati a difendere sicurezza e legalità, ma i cattivi maestri come la Cisint non possono dar lezioni. Quindi diciamo no alle iniziative incendiarie della sindaca, pericolose per un territorio già sotto pressione. No a chi fomenta divisioni, alimenta scontri, inquina i rapporti tra le persone a Monfalcone».

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