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Quarta Repubblica, Mieli spiazza tutti sugli islamici: "Non vogliono integrarsi"

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La questione migranti, da quando è scoppiata la guerra in Medio Oriente, è ancora più rumorosa. Il motivo? Come molte vicende di cronaca nazionale e internazionale hanno dimostrato, capita spesso che chi arriva in Italia in maniera illegale ha poi dei legami con i gruppi di matrice terroristica. In più, nella giornata in cui sono stati celebrati i funerali di Giulia Cecchettin, ragazza simbolo dei femminicidi, è doveroso aprire un dibattito sul rispetto dei generi e sull'Islam. E così ieri sera Nicola Porro ha iniziato la puntata di Quarta Repubblica proprio con un interrogativo sul tema. A rispondere è stato Paolo Mieli. 

 

 

Sulle comunità islamiche più integraliste, l'editorialista del Corriere della Sera ha detto: "Loro non vogliono integrarsi e noi dobbiamo convivere con chi rifiuta l'integrazione. Dobbiamo entrare in queste comunità e combattere questa battaglia culturale". Parole che sono suonate strane per tutta quella fetta della politica che parla di accoglienza ma fa finta di non vedere i concreti problemi che scaturiscono dall'incontro di culture diverse. 

 

 

Un esempio di questo incontro-scontro è Monfalcone, una città nota per il settore della cantieristica navale. "Monfalcone era la Stalingrado d'Italia a un certo punto la situazione si è rivoltata, la sindaca attuale è una De Luca moltiplicata per mille", ha spiegato, alludendo ad Anna Cisint, divenuta sindaco proprio per aver posto il problema dell'integrazione. "Il 30% della popolazione di Monfalcone è composta da immigrati, c'è un'islamizzazione crescente negli ultimi anni. La sinistra sta sempre lontana dalle persone. Queste persone sono islamiche e hanno intenzioni diverse per il futuro della città", ha concluso. 

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