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Covid, parte il pressing dei virologi: mascherine a scuola e sui mezzi

Christian Campigli
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Un eccesso di prudenza o l'anticipo di un inverno difficile e denso di insidie? Con l'anno scolastico che sta per iniziare, tornano i dubbi sul Covid. E su come affrontare il rientro in classe. “La scuola è da sempre fucina di virus che trovano un terreno fertile tra i bambini e i giovanissimi. Offrire una mascherina agli studenti? Non ci vedo nulla di male e non credo sia un danno. Siamo usciti dalla fase dell'obbligo sulle misure anti-Covid. Ora dovremmo aver capito che serve una cultura del senso civico. Se ho contatti con persone fragili dovrò cercare di difenderli ecco che la mascherina è uno strumento corretto”.

 

Parole nette e perentorie che, non serve visitare l'oracolo di Delfi per comprenderlo, solleveranno un polverone di politiche. Concetti espressi, durante una lunga intervista all'agenzia di stampa AdnKronos, da Massimo Andreoni, direttore scientifico della società Italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore di malattie infettive all'università Tor Vergata di Roma.

 

“In ospedale stiamo osservando un aumento dei ricoveri Covid, sono anziani e fragili, qualcuno non è vaccinato e altri hanno solo una dose - sottolinea l'esperto - Ma, purtroppo, ci sono anche quadri clinici con polmoniti che necessitano del famoso casco. Proprio per questo serve una richiamo alla responsabilità di tutti, quando diciamo che la malattia è una influenza dobbiamo anche dire che di influenza in Italia si muore. Quindi l'invito è di non pensare che il Coronavirus sia più benevolo e che abbiamo risolto completamente la questione perché invece serve rialzare l'attenzione ed essere prudenti. Cosa vuol dire? Se si usano i mezzi pubblici o si vive con anziani e fragili è consigliata la mascherina”. 

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