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Kata, l'appello disperato della madre: "Voglio sapere se è ancora viva"

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Christian Campigli
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Un appello disperato. Un messaggio intenso, di chi sta perdendo la forza. Ed inizia persino a dubitare di poter rivedere la propria figlia. Viva. La mamma di Kata, la bimba peruviana di cinque anni scomparsa a Firenze lo scorso 10 giugno, ha parlato ieri sera a Quarto Grado, la trasmissione in onda su Rete 4. Un invito proprio per i malviventi che hanno rapito la piccola. "Mi rivolgo a chiunque abbia preso mia figlia, anche per errore: liberate Kata o fateci sapere se è ancora viva". Parole intrise di sofferenza, e di speranza. Di una famiglia che sta convivendo, da un mese, col dolore. Il non sapere, il chiedersi ad ogni singolo istante se la propria creatura è ancora viva, se ha mangiato, se sta bene è, semplicemente, devastante. 

 

 

La giovane donna latina ha poi annunciato che vi sarà un presidio nel capoluogo toscano, organizzato per lunedì sera dall'associazione Penelope e dalla comunità peruviana, a un mese esatto dalla scomparsa di Kata. Un appuntamento al quale la madre della bimba ha invitato anche le istituzioni. E tutti i cittadini di Firenze. "All'appuntamento mi auguro ci siano anche le istituzioni e i cittadini di Firenze: non fatelo per me o mio marito ma per mia figlia". Un riferimento, quello politico, che ha sollevato un dubbio. Enorme. La famiglia di Kata si è sentita abbandonata dalle istituzioni?

 

Sul fronte delle indagini purtroppo non vi sono grandi novità. A poche ore di distanza dal mese esatto dalla scomparsa della bambina sudamerica, non vi è uno straccio di indagato. Nessuno. Gli inquirenti restano convinti che la dinamica criminale sia da ascriversi, completamente, ad un episodio (o, a più di uno) accaduto all'interno dell'ex hotel Astor, la struttura occupata abusivamente, all'interno della quale Kata viveva insieme alla famiglia. E ad altre centotrenta persone. Incomprensibile il motivo per il quale la pista del pedofilo non venga seguita. Uno dei tanti misteri in una storia colma di dolore e disperazione. 

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