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Berlusconi, il maxi-lascito a Marta Fascina "potrebbe non essere valido"

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Uno dei testamenti olografi di Silvio Berlusconi è a rischio impugnazione. Si tratta del documento che prevede tre sostanziosi lasciti, due del valore di 100 milioni di euro in favore del fratello Paolo Berlusconi e della compagna degli ultimi anni Marta Fascina, e uno di 30 milioni per Marcello Dell’Utri. Ma c'è "molto fermento (eufemismo) tra gli avvocati degli eredi di Silvio Berlusconi", scrive Dagospia secondo cui i legali dei cinque figli "sono rimasti molto sorpresi dalla lettura del terzo documento olografico firmato" dal fondatore di Forza Italia. Si tratta de foglio autografo consegnato mercoledì da Fascina al notaio Arrigo Roveda e conservato in una busta non sigillata. Ma non è questo il motivo che mette a rischio l'esecuzione del testamento. 

 

Il nodo possibile del contendere è la formula usata da Berlusconi per indicare le ultime volontà. La lettera scritta il 19 gennaio 2022 è rivolta ai figli Marina, Pier Silvio, Barbara ed Eleonora: “Sto andando al San Raffaele, se non dovessi tornare, vi prego di prendere atto di quanto segue”, per poi indicare le quote per i tre lasciti. Ebbene, "tralasciando l’assenza del nome di Luigi, in queste ore gli esperti legali della famiglia si stanno interrogando su un altro passaggio" scrive il sito di Roberto D'Agostino.

 

Il problema è la formula “Se non dovessi tornare”, perché "la disposizione di Berlusconi era stata evidentemente sottoposta alla condizione sospensiva che egli sarebbe morto in ospedale, e non sarebbe quindi rientrato ad Arcore. Ma dato che, dopo otto giorni, Silvio fu dimesso, la condizione sospensiva non si è verificata, e quindi quella lettera potrebbe non avere validità". Insomma, Berlusconi è poi deceduto al San Raffaele, ma in un ricovero successivo. Ora la domanda che si pone Dagospia è se gli eredi impugneranno l'atto o no. 

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