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Berlusconi lascia il controllo di Fininvest a Marina e Pier Silvio

Andrea Giacobino
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Da ieri i nuovi azionisti di maggioranza di Fininvest, holding della famiglia Berlusconi che controlla le quotate Mfe (ex Mediaset) e Arnoldo Mondadori e detiene il 30% di Banca Mediolanum, sono Pier Silvio e Marina Berlusconi. I due figli di primo letto del defunto Cavaliere avendo ricevuto l'intera quota disponibile del 20%, raggiungono insieme il 53% del gruppo con quote paritarie del 26,5% cadauno mentre il restante 47% è in capo agli altri tre figli (Barbara, Eleonora e Luigi, ciascuno col 15,6%). Dopo l'apertura del testamento l'eredità dell'ex presidente del Consiglio è da considerare «giacente» fino a che non avverrà l'accettazione da parte degli eredi. La decisione dell'imprenditore scomparso il 12 giugno di destinare la quota disponibile dei suoi averi ai due primogeniti, avuti con la prima moglie Carla dall'Oglio, fa sì che - non avendo Berlusconi un coniuge - a Marina e Pier Silvio vada in parti uguali il 30% dell'intero patrimonio e che il restante 70% vada diviso in parti uguali tra Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi. I dettagli del testamento di Berlusconi, aperto l’altroieri, sono stati resi noti ieri mattina con un comunicato della stessa Fininvest: «Marina Berlusconi, presidente del consiglio d’amministrazione, e Pier Silvio Berlusconi, Barbara Berlusconi e Luigi Berlusconi, amministratori, ricevuta lettura delle volontà testamentarie del padre Silvio Berlusconi, informano che da esse risulta che nessun soggetto deterrà il controllo solitario indiretto su Fininvest, precedentemente esercitato dal padre stesso».

 

 

Quindi i cinque figli dovranno marciare uniti nella gestione della cassaforte. Il testamento contiene anche un legato di 100 milioni di euro al fratello Paolo Berlusconi e alla compagna Marta Fascina e di 30 milioni all’amico Marcello Dell'Utri. «Questa donazione, totalmente inaspettata, è un gesto d’amore, più che di amicizia, da parte di Silvio Berlusconi - ha commentato Dell’Utri con l’Adnkronos-. E non è affatto il pagamento del mio silenzio, come dice qualche seminatore impuro di odio pieno di astio. Per me è stato un colpo impressionante. Questa mattina mi ha chiamato il notaio per dirmelo, prima ancora che la notizia finisse sulla stampa. E io sono rimasto basito. Ripeto, è stato un gesto d’amore. Perché lui non mi doveva niente. Ma ha dato valore dell’amicizia». A Pier Silvio e Marina andranno anche il 60% delle proprietà - non relative alla Fininvest o ad altre società - appartenute al Cavaliere: sono le sue proprietà immobiliari col restante 40% diviso tra i tre figli più piccoli. Quando, come ogni imprenditore, Berlusconi ha dovuto decidere a chi lasciare la sua eredità e in particolare il 61,2% della cassaforte Fininvest, di cui i suoi cinque figli erano soci di minoranza, aveva in mente una sola cosa: assicurare la continuità del gruppo del Biscione che detiene il controllo delle due importanti aziende quotate e la quota di Banca Mediolanum. E per garantire quella continuità Berlusconi aveva una sola strada: assicurare la maggioranza proprio della Fininvest a chi gestisce le quote di controllo di Mfe e Mondadori, quindi appunto Pier Silvio e Marina che ne sono rispettivamente amministratore delegato e presidente, con Marina a presiedere anche Fininvest. Del resto gli altri tre figli del defunto (Barbara, Eleonora e Luigi) non sono coinvolti in Mfe e Mondadori e detengono la quota Fininvest a titolo di investimento, perseguendo ciascuno o interessi personali o imprenditoriali in proprio (soprattutto Luigi).

 

 

Con la maggioranza della cassaforte da ieri in mano ai due figli di primo letto sono scongiurati, almeno sulla carta, tensioni a livello di azionariato con i figli di secondo letto sulla gestione dei tesori Mfe e Mondadori. Nel complesso sono tre i testamenti di Berlusconi depositati presso il notaio Arrigo Roveda di Milano. Il primo, del 2 ottobre 2006, riguarda la destinazione della parte di eredità disponibile, che viene appunto lasciata in parti uguali ai figli Marina e Pier Silvio, mentre la quota legittima viene divisa tra tutti i cinque figli in parti uguali. Il secondo testamento è del 5 ottobre 2020, in cui Berlusconi aggiunge il lascito al fratello Paolo. Il terzo è in forma di lettera non sigillata e risale al 19 gennaio 2022 e contiene l'ulteriore lascito a Fascina e Dell’Utri. «Grazie, tanto amore a tutti voi, il vostro papà». Così Silvio Berlusconi, nel suo testamento ha ringraziato i figli dopo aver dato le disposizioni che riguardano Fascina e Dell'Utri («Per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me»). Il testo è contenuto in una busta non sigillata, datata Arcore 19 gennaio 2022 con la scritta «Ai miei figli» contenente un foglio di carta intestata composto da due facciate scritto con inchiostro nero, in tutto una quindicina di righe

 

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