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Omnibus, allarme sanitario in Emilia-Romagna: “A Conselice acqua fetida”

Luca De Lellis
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Un paese che, al momento, non esiste più. “10.000 abitanti e almeno 3.000 ettari di territorio sono ancora sott’acqua”. Siamo a Conselice, comune in provincia di Ravenna, equidistante però anche rispetto a Bologna. E qui, come riporta l’inviato di Omnibus - trasmissione in onda su La7 mercoledì 24 maggio e condotta da Alessandra Sardoni – “siamo nell’ultima retrovia dell’alluvione, una cittadina che non è ancora entrata nella fase 2 dell’emergenza”. La vita qui si è fermata al momento del disastro, della rottura degli argini dei fiumi Sillaro e Santerno. Ora, racconta il giornalista Guy Chiappaventi, “l’acqua non riesce a defluire nel canale destra Reno”, e poi “è fetida e puzzolente, tanto che ieri è arrivata la raccomandazione da parte del sindaco di non entrare a contatto con l’acqua, e per i bambini di non giocarci”. Un vero allarme sanitario.

 

 

Ma per quanto si protrarrà questa reclusione forzata in casa per chi è rimasto lì? "È previsto – spiega l’inviato – che il paese resterà a mollo almeno per un’altra settimana. Perché anche se gli argini sono stati riparati, ancora non si riesce a far defluire l’acqua nei canali intorno”. Per sopravvivere in questi giorni difficili, trattori con operatori della Croce Rossa, della Finanza e cittadini volontari si muovono per distribuire pasti nelle case. Ci sono persone, riporta Chiappaventi, “che hanno paura di lasciarle per gli atti di sciacallaggio che si sono registrati in questi giorni”.

 

 

La luce in fondo al tunnel è ancora troppo fievole, perché anche se l’acqua è scesa di alcuni centimetri, nel pomeriggio “sono attesi altri temporali nella regione, e a Conselice la situazione è ancora troppo arretrata”. Con tutto ciò che ne consegue anche a livello economico: aziende, fabbriche, la maggior parte delle scuole sono chiuse in Emilia-Romagna. E quanto possano resistere le famiglie così è un rebus ancora tutto da decifrare. “La questione è quindi prima risolvere i problemi immediati”. Senza burocrazie e con l’ausilio dei soldi del Governo, sono 2 miliardi, che dovrebbero arrivare al più presto.

 

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