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Cutro, spunta il video-spot degli scafisti: "Come una crociera"

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Dettagli sorprendenti e inquietanti emergono dall’incidente probatorio che si è celebrato davanti al Tribunale di Crotone nei confronti dei tre presunti scafisti del naufragio di Steccato di Cutro. Uno dei superstiti ha raccontato che durante il viaggio uno degli scafisti avrebbe girato un video nel quale veniva chiesto ai migranti di inneggiare a colui che si presume sia stato l’organizzatore della traversata, ovvero il trafficante che aveva "l’agenzia viaggi" in Turchia. Insomma, un video spot per "promuovere" i viaggi verso l’Europa "come se fossimo in crociera", afferma l'uomo. Il filmato sarebbe stato realizzato sia in coperta che sottocoperta dove donne, bambini e uomini urlavano di terrore. Il filmato è stato acquisito dalla Procura della Repubblica.

 

All’udienza, che si è protratta per oltre due ore, il cittadino iraniano sopravvissuto ha indicato senza tentennamenti i tre uomini (il pakistano Khalid Arslan e i turchi Sami Fuat e Gun Ufuk) che avrebbero governato il barcone durante la traversata finita con il naufragio che ha causato la morte di 94 persone. Due erano presenti in aula, il terzo collegato in videoconferenza da Gratz, in Austria, all’incidente probatorio davanti al giudice dell’udienza preliminare Michele Ciociola. Tra gli scafisti ci sarebbero ancora due persone, una che risulta irreperibile e un minore pakistano che viene giudicato separatamente a Catanzaro. "Per una imbarcazione che valeva al massimo 20 mila euro, e che volevate riportare in Turchia, avete fatto morire donne e bimbi innocenti per guadagnare milioni di euro. Come fa la vostra coscienza a stare tranquilla?" ha chiesto il superstite ai tre scafisti che poi ha risposto alle domande del pm Pasquale Festa e degli avvocati delle parti in causa raccontando ruoli e gerarchia degli uomini dell'equipaggio.

 

"Quando chiedevamo di chiamare la polizia ci dicevano che dovevano far tornare barca in Turchia. La tempesta era forte, era pericoloso, abbiamo pensato di morire. L’acqua entrava dagli oblò. Non so quante ore siamo stati in quelle condizioni di pericolo, forse dieci. Ma il problema non è stato il mare, è stata la secca contro cui è finita l’imbarcazione", afferma poi il superstite iraniano che pare confermare che le condizioni del mare erano sì difficili, ma non ci sarebbe stata la tragedia senza la manovra che ha portato l'imbarcazione a schiantarsi contro il fondale. L’uomo ha raccontato i minuti drammatici del naufragio e di aver visto sulla spiaggia delle luci spiegando che erano come dei segnali che indicavano dove andare. Non ha saputo dire se si trattava dei soccorsi. "Sulla spiaggia ho visto solo tre delle persone che stavano nella cabina con i capitani, mentre i capitani non c’erano più", ha affermato. 

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