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Cospito, la delegazione dem in carcere dai boss: "Davanti alle celle". La ricostruzione

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La bufera sul caso Alfredo Cospito non si placa dopo l'apertura di un fascicolo da parte della procura di Roma a seguito dell'esposto presentato dal deputato di Avs, Angelo Bonelli. All'indomani delle rivelazioni nell'Aula della Camera di Giovanni Donzelli di conversazioni in carcere tra l'anarchico e alcuni esponenti della 'ndrangheta e camorra, tutti in regime di 41 bis, né il deputato di Fratelli d'Italia e vicepresidente del Copasir né il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro - che ha fornito le informazioni al collega di partito - pensano di lasciare i rispettivi incarichi come richiesto a gran voce dalle opposizioni. Così come non c'è nessuna intenzione di mettere mano al 41 bis come dichiarato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio durante l'informativa di ieri in Senato. 

In un dettagliato articolo Il Fatto Quotidiano ricostruisce l'incontro di gennaio dei quattro parlamentari Pd nel carcere di Sassari con l'anarchico, la visita finita nell'occhio del ciclone. "So che siete venuti per me ma dovete parlare con loro" riporta Il Fatto spiegando anche il senso delle parole rivolte da Cospito al senatore Walter Verini e ai deputati Andrea Orlando, Debora Serracchiani e Silvio Lai, sbarcati in Sardegna per verificare le condizioni di salute del detenuto in regime di 41-bis in sciopero della fame dal 19 ottobre scorso. E per "loro" l'anarchico intende i suoi compagni di reparto, i vicini di cella: il camorrista Francesco Di Maio, il killer di 'ndrangheta Francesco Presta e l'artificiere Pietro Rampulli, quello che "avrebbe dovuto azionare le bombe della strage di Capaci" ricorda Il Fatto.

Lo sciopero della fame che sta consumando Cospito ha come obiettivo far abolire il regime di carcere duro per tutti, non solo per se stesso ed è un concetto che il detenuto ribadisce alla delegazione dem. Ed è la stessa verità rivelata anche dal deputato Donzelli alla Camera che riporta proprio le dichiarazioni captate dall'anarchico durante l'ora d'aria, i dialoghi con i boss in cui si parla di abolizione totale del carcere duro: "Deve essere una lotta contro il regime, noi al 41-bis siamo tutti uguali" ricorda il Fatto Quotidiano che ricostruisce come siano andate le cose nel carcere di Sassari e spiega anche reazioni e posizioni dei dem.

"Cospito voleva solo sottolineare che in quel carcere non c'era solo lui, ma anche altri" dichiara Verini. Tra i quattro parlamentari e i tre mafiosi uno scambio di dichiarazioni formali c'è stato. "Ma non abbiamo mica obbedito a Cospito" precisa il senatore Verini raggiunto dal Fatto. "L'avremmo fatto comunque, anche se non ce l'avesse chiesto". Celle chiuse e facce visibili solo dallo spioncino. "Se arriva uno che dice che il 41-bis va abolito, ovviamente i mafiosi ci vanno a nozze. Ma è per questo che bisogna cercare di non creare un martire, rispettando la legge, mandandolo magari in un carcere dove può essere curato, com'è stato fatto".

 

 

 

 

 

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